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lunedì 26 settembre 2016

PONTEDERA: LA VITTORIA DEL LAVORO!


da  http://www.senzasoste.it/dintorni/la-vittoria-degli-operai-iscot-alla-sole-piaggio-di-pontedera-cronaca-interviste-ed-analisi

Sì è chiusa positivamente mercoledì sera la vicenda dei 7 lavoratori della Iscot, l'azienda in appalto che si occupa delle pulizie industriali all'interno della fabbrica Sole.
Dopo una dura e tenace lotta che ha visto la solidarietà e il supporto di molte rsu e operai delle fabbriche vicine, i lavoratori interinali hanno ottenuto un contratto a tempo indeterminato e migliori condizioni di lavoro. Ieri si sono sfiorati momenti di tensione con l'arrivo delle forze dell'ordine ma in seguito alla convocazione di un ulteriore sciopero alla Sole, la lotta dei lavoratori Iscot che per giorni hanno presidiato i cancelli, ha avuto un esito positivo dopo l'incontro convocato in tarda serata.
Da questa lotta c'è molto da imparare per la determinazione messa in campo, e allo stesso tempo c'è da capire cosa si può migliorare. Sicuramente l'importanza della coscienza politica e sindacale dei lavoratori è un elemento fondamentale della lotta per portare a casa dei risultati. Sarà importante ripartire con questa consapevolezza, e tenerla a mente per il futuro.

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Le lezioni della vertenza alla Sole di Pontedera
 
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La lotta dei sette lavoratori della ISCOT, sostenuti attivamente da un sindacalismo di classe (USB, Si Cobas, delegati FIOM) fortemente insediato tra i lavoratori della Sole, della Piaggio, della Ceva, ma anche da tanti altri solidali giunti di fronte ai cancelli della fabbrica, è un importante segnale di forza del mondo del lavoro.
E in un momento particolarmente duro del conflitto di classe nel paese, come dimostra l’assassinio di Abd Elsalam Ahmed Eldanf alla GLS di Piacenza lo scorso 14 settembre.
Questa vertenza ci dice sostanzialmente tre cose
1) la soggettività e la determinazione dei lavoratori (in questo caso i sette dipendenti della ISCOT) sono la pre condizione per dare il via al conflitto, facendo esplodere contraddizioni e condizioni di lavoro insopportabili.
2) la presenza del sindacalismo di classe permette alla determinazione operaia di dotarsi dei giusti strumenti organizzativi per confliggere con il padronato. Passaggi essenziali e di svolta di quella vertenza sono stati i due scioperi indetti da USB, che hanno trasformato la solidarietà in comunanza, dando sponda a chi intendeva scendere in piazza e fermando l’intervento delle forze dell’ordine in una fase cruciale del conflitto, il giorno prima del cedimento padronale.
3) nel conflitto, se guidato da una soggettività collettiva che ha come scopo gli interessi di tutti i lavoratori, si creano le condizioni per la ricomposizione di un fronte operaio indebolito e parcellizzato dalle nuove forme del lavoro e della contrattazione, che dal pacchetto Treu di Prodi al Jobs Act di Renzi hanno frantumato dall’interno un’unità da ricostruire in mezzo a mille difficoltà e conflitti, come in questa vertenza.
Il movimento operaio diviene soggetto collettivo cosciente nel momento nel quale si è dotato del sindacato come arma per emanciparsi dalla propria condizione di sfruttamento. Non è casuale il costante tentativo padronale di sbarazzarsi del sindacalismo di classe e conflittuale, sia attraverso la repressione diretta, sia fomentando la sfiducia nel concetto stesso di sindacato, attraverso la sistematica corruzione e sussunzione nei meccanismi di potere del sindacalismo confederale.
Nonostante questa potente e feroce offensiva padronale e governativa in atto, sta crescendo nel nostro paese una soggettività sindacale, sociale e politica forte e indipendente, che si dà come obiettivo la generalizzazione alle tante e generose vertenze locali, che da sole non sono in grado di affrontare l’attuale livello di scontro, imposto da un sistema di potere che si muove a livello continentale, attraverso normative omogenee, dettate dalla troika europea e dalla grande finanza, applicate dai governi nazionali (il Jobs Act di Renzi, la Loi Travail di Hollande, il Piano Hartz della Merkel, i Memorandum di Tsipras….) e protette dai manganelli di polizia e carabinieri.
Una soggettività incarnata da migliaia di lavoratori, precari, senza casa, immigrati, giovani, pensionati che si mettono in gioco tutti i giorni e a tutto campo, dalle fabbriche alla logistica, dalle cooperative ai trasporti, dai braccianti al pubblico impiego, nei quartieri popolari.
Lo sciopero del 21 ottobre, al quale seguirà la manifestazione del 22 contro Renzi e per il NO al Referendum, sono passaggi essenziali di accumulo di forze, indispensabili per cambiare i rapporti di forza generali nella società e nel paese. Solo un fronte ampio ci può dare l’energia necessaria per consolidare le piccole e grandi conquiste, per contrastare i piani padronali e politici di annichilimento della classe operaia, del mondo del lavoro e dei settori popolari. 
La lotta e le conquiste ottenute a Pontedera sono un patrimonio comune da consolidare e da usare nel più generale conflitto tra mondo del lavoro e padronato, tra masse popolari senza rappresentanza e un blocco di potere intenzionato a chiudere ogni spazio di agibilità politica, attraverso la distruzione definitiva della Costituzione.
Un cambiamento di rapporti di forza che deve contenere i germi dell’alternativa sistemica al capitalismo, attraverso una rottura rivoluzionaria del sistema politico/statuale vigente a livello nazionale e continentale, per la socializzazione dei mezzi di produzione e il controllo operaio e popolare sulla società e sulla produzione.
La vittoria di Pontedera ci dà una salutare spinta in questa partita da giocare per il prossimo futuro, a partire dallo sciopero e dalla manifestazione del prossimo 21 e 22 ottobre.
Rete dei Comunisti - Pisa
23 settembre 2016
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Vittoria degli operai Iscot dopo tre giorni di blocchi alla Sole
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Dopo dieci giorni di sciopero e presidio permanente dei lavoratori Iscot davanti alla fabbrica Sole, negli ultimi tre giorni ci sono state molte accelerazioni di fronte al tentativo padronale di piegare questa lotta e non sono mancate le provocazioni poliziesche. Alla fine però la resistenza ha pagato e nella serata di ieri la ditta ha ceduto sul punto dei contratti a tempo indeterminato.

Le condizioni
I sette operai delle pulizie industriali lavoravano in realtà per conto di un’agenzia interinale, che procurava manodopera alla Iscot, in appalto alla Sole, che produce pezzi per l’indotto Piaggio. Un vergognoso sistema di scatole cinesi che si concretizzava in contratti irregolari della durata di poche settimane e condizioni di lavoro da schiavitù. Nella piattaforma di rivendicazioni presentata con l’inizio dello sciopero (12 settembre) il punto centrale era proprio quello dei contratti: i lavoratori esigevano contratti a tempo indeterminato oppure con clausole di reintegro in caso di scadenza dell’appalto. E’ proprio questa rivendicazione che creava problemi alla Iscot, ma soprattutto alla Sole, dove lavorano circa 200 operai di cui molti interinali da lunghi anni. Cedere sul punto dei contratti avrebbe significato dimostrare anche ai propri interinali che con la lotta avrebbero potuto migliorare le proprie condizioni di vita e lavoro.
La trattativa
Il 15 settembre, messa in crisi dallo sciopero, la Iscot si apre a un primo incontro di trattativa, dove, appunto, decide di accontentare le richieste meno che quella relativa ai contratti. L’azienda si scontra però con la rigidità operaia, arrivando a un nulla di fatto; nel frattempo la Sole cerca di costringere i propri operai a svolgere le pulizie industriali al posto degli scioperanti, per depotenziare la lotta, ma in molti si rifiutano. A questo punto la Sole recide il contratto con la Iscot, che non si sta dimostrando capace di “controllare” i propri operai. Il presidio permanente continua, finalmente la Sole si manifesta come controparte diretta.
Il 19 settembre la lotta fa un salto in avanti: gli operai scelgono di colpire ancora più duramente la Sole, con lo sciopero e il blocco dei camion; non entrano e non escono le merci, né gli operai mandati a sostituire gli scioperanti. I blocchi dureranno tre giorni, durante i quali la Sole riapre alla trattativa, chiamando nuovamente in causa la Iscot (nonostante formalmente non abbia più l’appalto!); nuova proposta, ancora irrisolto il nodo dei contratti. Gli operai rifiutano.
La determinazione
A questo punto da parte padronale cominciano le iniziative più bieche; la produzione è visibilmente rallentata dalla lotta dei lavoratori delle pulizie e la sole cerca di aizzare i propri operai contro gli scioperanti. Nel frattempo la polizia, sempre presente durante i dieci giorni di presidio, si fa più invadente. Nel pomeriggio di ieri gli operai in lotta (sostenuti da tanti lavoratori di Piaggio, Ceva e Sole, da tantissimi solidali e dalle sigle SI-Cobas, Usb e Fiom) decidono il blocco totale: nessun lavoratore può entrare. La polizia si innervosisce, la celere si schiera e comincia a provocare visibilmente.
Ma dal picchetto nessuno arretra, e alla fine la polizia viene smobilitata. In serata giunge la comunicazione: la Iscot vuole un incontro, riceverà nuovamente l’appalto dalla Sole ed è pronta a cedere sul tempo indeterminato. E’ vittoria!
Adesso
Questa straordinaria lotta ci ha consegnato alcune indicazioni fondamentali di cui fare tesoro in vista delle tante battaglie che ancora dovrebbero nascere nel mondo del lavoro.
Tornare a dare significato allo sciopero, come momento di danno per il padrone e non come sfilata simbolica e autolesionista. Trovare i canali per unire i lavoratori dello stesso indotto su rivendicazioni comuni, dopo decenni di subappalti e frammentazioni. Non cedere ai ricatti del padrone, e mantenere fiducia nelle proprie possibilità, perché la forza collettiva dei lavoratori può essere spaventosa.
Stavolta ha fatto cilecca l’arroganza di Iscot/Sole e di Piaggio e FCA loro sponsor e committenti
Sei operai e un’operaia (una sorta di “magnifici sette”), inseriti come interinali dall’impresa appaltatrice Iscot, che vanta appalti in mezza Europa, a fare pulizie industriali nella Sole di Pontedera, che produce stampaggi per la Piaggio di Colaninno, per la FCA di Marchionne e per altre aziende meno famose (pardon, famigerate!), si sono messi in testa, un bel giorno di settembre già inoltrato, di smetterla di avere contratti, rinnovati ogni 2-3 settimane, anche di 8 ore settimanali, e di lavorarne 40 o 50, per rivendicare l’assunzione con contratto a tempo indeterminato.
Sono entrati in sciopero e, adottando un’antica forma di lotta per la verità mai abbandonata dagli operai, hanno organizzato il blocco delle merci in entrata e in uscita, hanno piazzato un gazebo come quartier generale, hanno presidiato giorno e notte il campo della loro lotta, supportati da attivisti sindacali della Piaggio, della Sole, del Polo Logistico che si trova a poche decine di metri e dove lavorano un po’ meno di 200 lavoratrici e lavoratori (parecchi più della metà per New Job, il resto per Ceva, impegnati nel magazzino Piaggio, di cui sono un appalto), ma soprattutto aiutati dai loro familiari e da militanti impegnati a Pisa sulle problematiche sociali di quartiere.
E così si è anche scoperto una realtà che i sindacati già presenti in Sole non avevano portato alla luce, fatta di una presenza di lavoratori interinali, impegnati direttamente in produzione, ben oltre quelli inseriti da Iscot: c’è chi dice un’ottantina, una cifra comunque massiccia, soprattutto se si considera che i lavoratori alle dirette dipendenze di Sole si aggirano sui 120.
Precarietà e sfruttamento a go-go, organizzazione dei turni imposta brutalmente senza preavviso, condizioni di sicurezza zero o quasi, diritti -non se ne parla- semplicemente cancellati.
Evidentemente, il quadro generale, con tanta disoccupazione consolidata e parecchia altra che si annuncia (la Ristori di Montecalvoli alle prese con una sessantina di “esuberi”; altrettanto la TMM di Pontedera; meno, ma non pochissimi, la Pieracci Meccanica di Fornacette: tutt’e tre indotto Piaggio; la Teseco di Ospedaletto) è la “risorsa” che dà la forza ai padroni per imporre un rapporto di lavoro di tipo schiavistico, dove tutto (condizioni e carichi di lavoro, turni, orari, ritmi, salario) è improntato a spietatezza e brutalità, con la dignità stessa di chi lavora che finisce calpestata.
I “magnifici sette” si suppone che abbiano pensato che avrebbero avuto da perdere solo le loro catene, se si fossero impegnati in questa lotta.
E -in un succedersi di manovre e contromanovre, finte e controfinte, inscenate dalle cosiddette istituzioni, da Iscot, da Sole e, dietro le quinte, da Piaggio e da FCA- ci si sono impegnati davvero con convinzione e con loro tutte quelle persone che gli hanno dato una mano, consapevoli che la partita che si stava giocando avrebbe avuto un significato proiettabile oltre la vertenza in corso, consapevoli che mai, come in questa circostanza che vedeva David contro Golia, la solidarietà sarebbe stata -come dire?- il “valore aggiunto” decisivo.
Già, la solidarietà. Essa è stata sempre determinante, in particolare quando al presidio ha fatto la sua comparsa un manipolo di poliziotti in assetto anti-sommossa a minacciare una carica: la minaccia è stata presa sul serio e in pochi minuti il presidio si è rafforzato di un centinaio di operaie e operai accorsi da New Job, da Ceva, da Piaggio, da Sole.
Quando, dopo circa 2 settimane di lotta, la Iscot ha dovuto cedere e firmare un accordo per assumere con contratto a tempo indeterminato gli operai in lotta, i sette devono, si suppone, avere interiorizzato di essere diventati davvero i magnifici sette.
Per finire, nei comunicati di alcune delle sigle sindacali presenti in Sole e firmatarie dell’accordo non si è trovata traccia della presenza nel presidio delle operaie e degli operai della New Job. Eppure, vi hanno partecipato, addirittura sono giunti precipitosamente in 20/25, in gruppo compatto, il giorno dell’arrivo del manipolo in divisa. Si può rimediare?
(23 settembre 2016)
COBAS LAVORO PRIVATO - PISA

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