La vita è il gioco delle tre carte, cioè questa vince questa perde e tutto quanto. Anche il 15 di agosto funziona così. Però non c’erano il tizio e si suoi compari, il banchetto e le tre carte, ma era tutto invisibile.
Mi ricordo che quella volta, nientemeno che il pomeriggio del 15 agosto, i nostri dirigenti organizzarono per quelli che non erano andati in vacanza o al mare del lido Mappatella, un ritiro spirituale che poi il ritiro spirituale significava per te e quelli come te, andare avanti e indietro nel cortile e pensare.
A me capitava che più volevo pensare e meno pensavo però pensavo a come pensare personalmente dentro questo fatto del ritiro spirituale che ti dava la possibilità di trovarti addirittura a tu per tu con Dio che come tutti sanno è la massima espressione dell’invisibilità e non materialità.
E così pensai al gioco delle tre carte a Montesanto, proprio di fronte alla chiesa della piazza. E almeno dal mese scorso il parroco ha fatto esporre una statua appena fuori l’ingresso della chiesa, se ricordo bene di padre Pio.
Mi ricordo che al gioco delle tre carte bisogna sempre tenere gli occhi aperti, può giocare degli scherzi. O degli equivoci. Che gli equivoci sono come i proverbi e le pizze fritte che bisogna girare e rigirare.
Mi ricordo la Palestina, a cui si nega la sua terra o gli si concede una striscia in cui viene rinchiusa, carcerata, vessata e martoriata e, al suo interno, cioè in quel territorio di macerie e di tombe riaperte dai bombardamenti dello Stato d’Israele, viene aperto, non so da quanti anni o mesi, uno zoo. E dall’ultima guerra recente, fresca di giornata, viene bombardato o comunque danneggiato gravemente il suddetto zoo. Ebbene, per quanto mi riguarda e rispetto a come la penso nei riguardi degli animali, quello zoo non avrei permesso di aprirlo. Penso che i bambini palestinesi dovrebbero battersi anche contro l’istituzione e la carcerazione degli animali in questi luoghi deprivanti chiamati zoo. Forse istituendo uno zoo ai bambini palestinese diamo a loro quello che invece hanno i bambini delle nazioni occidentali e progredite? No, non sono né saranno gli zoo a dare parità, diritti, democrazia e pace ai bambini palestinesi.
L’animale è uno degli anelli più deboli nella catena degli esseri viventi insieme alla terra e ai suoi paesaggi naturali.
Israele, agli Stati Uniti, l’Inghilterra, Francia e Germania hanno ridotto il popolo palestinese e la terra di Palestina a uno zoo.
Un popolo sofferente e martoriato come quello palestinese non deve assolutamente mantenere aperto uno zoo nel suo territorio, perché è come se ammettesse a praticasse l’apartheid, anche se in questo caso si tratta di animali. E poi perché mai gli animali di varie specie devono essere rinchiusi e carcerati come se avessero commesso semmai gli atroci delitti dei nazifascisti. Liberando gli animali e chiudendo i lager chiamati zoo si libera gli uomini.
(Transit)
3 commenti:
Mi ricordo quando andavo all’oratorio salesiano anche, anzi, persino e specialmente il 15 di agosto, mentre verso l’una il sole infuocava le mattonelle del cortile e Celentano non si stancava di cantare Azzurro e dalla cucina della signora Fittipaldi e delle suore da cui proveniva l’odore del sugo col basilico e insieme al caldo abbacinavano i sensi e la voglia possente del pensiero di vedere lei, Luigia. Fu allora che cambiai idea a proposito del nome Luigia:prima non mi diceva niente, poi lo declinavo e ci passeggiavo assieme, mano nella mano, anche di notte sia in sogno che ad occhi aperti spalancati nell’oscurità.
Mi ricordo che a Montesanto, poco distante dell’ospedale dei Pellegrini nel cuore del centro storico, ci stava uno che attorniato da altri quattro o cinque suoi compari, col suo banchetto pieghevole, faceva il gioco delle tre carte. Io andavo lì per guardare non solo le tre carte ma tutto quello che succedeva intorno alle tre carte.
La vita è il gioco delle tre carte, cioè questa vince questa perde e tutto quanto. Anche il 15 di agosto funziona così. Però non c’erano il tizio e si suoi compari, il banchetto e le tre carte, ma era tutto invisibile.
Mi ricordo che quella volta, nientemeno che il pomeriggio del 15 agosto, i nostri dirigenti organizzarono per quelli che non erano andati in vacanza o al mare del lido Mappatella, un ritiro spirituale che poi il ritiro spirituale significava per te e quelli come te, andare avanti e indietro nel cortile e pensare.
A me capitava che più volevo pensare e meno pensavo però pensavo a come pensare personalmente dentro questo fatto del ritiro spirituale che ti dava la possibilità di trovarti addirittura a tu per tu con Dio che come tutti sanno è la massima espressione dell’invisibilità e non materialità.
E così pensai al gioco delle tre carte a Montesanto, proprio di fronte alla chiesa della piazza. E almeno dal mese scorso il parroco ha fatto esporre una statua appena fuori l’ingresso della chiesa, se ricordo bene di padre Pio.
Mi ricordo che al gioco delle tre carte bisogna sempre tenere gli occhi aperti, può giocare degli scherzi. O degli equivoci. Che gli equivoci sono come i proverbi e le pizze fritte che bisogna girare e rigirare.
Mi ricordo la Palestina, a cui si nega la sua terra o gli si concede una striscia in cui viene rinchiusa, carcerata, vessata e martoriata e, al suo interno, cioè in quel territorio di macerie e di tombe riaperte dai bombardamenti dello Stato d’Israele, viene aperto, non so da quanti anni o mesi, uno zoo. E dall’ultima guerra recente, fresca di giornata, viene bombardato o comunque danneggiato gravemente il suddetto zoo. Ebbene, per quanto mi riguarda e rispetto a come la penso nei riguardi degli animali, quello zoo non avrei permesso di aprirlo. Penso che i bambini palestinesi dovrebbero battersi anche contro l’istituzione e la carcerazione degli animali in questi luoghi deprivanti chiamati zoo. Forse istituendo uno zoo ai bambini palestinese diamo a loro quello che invece hanno i bambini delle nazioni occidentali e progredite? No, non sono né saranno gli zoo a dare parità, diritti, democrazia e pace ai bambini palestinesi.
L’animale è uno degli anelli più deboli nella catena degli esseri viventi insieme alla terra e ai suoi paesaggi naturali.
Israele, agli Stati Uniti, l’Inghilterra, Francia e Germania hanno ridotto il popolo palestinese e la terra di Palestina a uno zoo.
Un popolo sofferente e martoriato come quello palestinese non deve assolutamente mantenere aperto uno zoo nel suo territorio, perché è come se ammettesse a praticasse l’apartheid, anche se in questo caso si tratta di animali. E poi perché mai gli animali di varie specie devono essere rinchiusi e carcerati come se avessero commesso semmai gli atroci delitti dei nazifascisti. Liberando gli animali e chiudendo i lager chiamati zoo si libera gli uomini.
SONO BRUNACCIO
Grande Transit: la metafora dello zoo in particolare è da brivido.
Ora aggiorno.
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