Testo

Tel. 3319034020 - mail: precariunited@gmail.com

venerdì 31 ottobre 2014

IL PYD STA COLLABORANDO CON L'IMPERIALISMO?

Questa intervista è molto interessante, perchè permette di dirimere alcune questioni.
Essere anti imperialista non vuol dire sciacallare su una collettività che difende la propria esistenza, fisica prima che politica; ma ragionare su come oggi l'imperialismo distrugge economie pre esistenti per farne proprio il valore prodotto, e possibilmente prevederne le mosse.
Dunque, sono ridicole e pretestuose le accuse ai compagni di essere filo imperialisti o addirittura di essere agenti dell'imperialismo.
Semmai, a mio parere, il Rojava dovrà -parlando in prospettiva di medi tempi e una volta liberatosi, speriamo, dagli attcchi ISIS- fare più attenzione a non tenersi in una posizione di assoluta terzietà ed equidistanza fra le parti, in quanto le autonomie funzionano in economie vigorose ed integrate (e su queste cose Lenin, prima di prendere quel treno, ci aveva molto lavorato), mentre sono proprio le bande anti Assad e l'imperialismo a voler vedere balcanizzata la Siria ed il Medio Oriente... e dentro un 'nido di vespe' alla Breszinsky, è difficile poi sopravvivere come esperimento di autogestione e di cooperazione.E' notizia ormai nota che anche Assad ha dato armi al Rojava (pur chiamandolo col suo nome arabo e negandone di f atto la specificità, ma intanto le armi ci sono, non avendo mai smentito il Rojava le dichiarazioni di Damasco), e sin da subito ha sempre, giustamente, proposto di coordinare con gli USA gli attacchi all'ISIS, trovandosi di fatto gli USA che stanno facendo il bello e il cattivo tempo dentro uno Stato sovrano senza aver chiesto nulla.
E qua si deve essere anti imperialisti seriamente, ovvero ragionare su cosa vogliono gli USA.
Essi, prima di concentrarsi sull'IS, hanno bombardato la Siria in lungo e in largo, al fine di indebolirne infrastrutture e centri economici, perchè il fine degli USA non è certo la difesa del Rojava (di cui, per un semplice discorso di proporzioni, allo Zio Sam frega poco), ma la balcanizzazione di Irak e Siria per poter, soffiando sui confllitti e le instabilità future, avanzare con le proprie basi NATO, controllare economie, ed indebolire il nemico russo-cinese oltre ad avvicinarglisi sempre più minacciosamente col suo apparato industrial-militare.
Quando ci si deve difendere tutto è lecito, ma quando si analizza la fase, bisogna sempre capire quale è il fine ultimo e l'obiettivo degli attori in campo, e quello degli USA rimane sempre distruggere economie e Stati già esistenti per la sua folle corsa alle risorse e alle materie prime scontrandosi ad ogni livello (da quello economico a quello militare) con chiunque si metta di mezzo a questa locomotiva impazzita.
da http://www.retekurdistan.it/2014/10/il-pyd-sta-collaborando-con-limperialismo/#.VFNOmzSG-NK
NEWS CENTER (DİHA) – Il seguente intervento – “PYD emperyalizmle işbirliği mi yapıyor?” – è stato scritto da Rıdvan Turan, Segretario generale del Partito Socialista Democratico Party (SDP) in Turchia e risponde alle accuse fatte da alcuni esponenti della sinistra che il PYD starebbe ‘collaborando’ con l’imperialismo. È stato pubblicato originariamente su Özgür Gündem e qui di seguito la traduzione [dalla versione inglese].
Gli attacchi aerei USA alle postazioni di ISIS intorno a Kobanê e la successiva fornitura di armi al PYD ha suscitato un dibattito pretestuoso all’interno della sinistra attorno alla questione dell’imperialismo.
Il dibattito ruota attorno al tema se accettare armi dagli Stati Uniti sia o non sia la stessa cosa che collaborare con l’imperialismo. Io sono dell’opinione che l’approccio di questa tesi all’imperialismo sia contrario al marxismo-leninismo in quanto ignora qualsiasi rapporto con la prassi esistente e l’attuale congiuntura delle forze di classe.
Ma la base di questa questione ha una dimensione legata al modo in cui storicamente è stata affrontata la resistenza curda.
Non è un segreto che tra quelli che fanno questa critica c’è la tendenza a vedere i processi intorno alla costruzione di una nazione da parte dei curdi e le lotte in questa direzione, come una collaborazione con l’imperialismo per un negazionismo ispirato dal kemalismo. Le direttive dal Comintern di sostenere il regime kemalista contro le rivolte curde, che venivano proclamate ‘retrograde ‘ e ‘feudali’, sono ben note, così come lo è quello che effettivamente ha fatto il Partito Comunista Turco sulla questione. Ci sono alcuni, sia allora che oggi, che hanno già preso le misure a tutti usando la loro rubrica anti-imperialista “donata da dio” e che da molto tempo hanno sacrificato il diritto all’autodeterminazione allo sciovinismo nazionale. Hanno vita facile proclamando che i curdi starebbero collaborando con l’imperialismo mentre non vedono la collaborazione del loro stesso stato con l’imperialismo. Non importa che il PKK per anni abbia evitato di arrivare a somigliare al KDP, ma l’accettazione della fornitura di armi dagli Stati Uniti sotto la minaccia di un massacro è collaborazione.
Questa recitazione meccanica dello stesso discorso non cambia nonostante il fatto che le caratteristiche del sistema a Kobanê sono state determinate da un paradigma di sinistra e i curdi restano incapaci di uscire dall’essere accusati di collaborazione. Che tipo di abbandono della ragione è questo, che invece di vedere il successo della resistenza di Kobanê come un passo avanti per la formazione di un centro rivoluzionario nel Medio Oriente e di sostenere la resistenza, loro gioiosamente gridano “ecco, vedi – loro stanno collaborando con l’imperialismo”?
Non è necessario trattenere le parole quando si afferma che il PYD sta collaborando con l’imperialismo mentre un popolo resiste – uomo, donna e bambino – faccia a faccia con bande che esse stesse sono state prodotte dall’imperialismo? Ci sono più di due anni di collaborazione, nelle parole nei fatti, tra gli Stati Uniti, la Turchia e il KDP intorno alla questione del Rojava. Non dimenticate che giusto ieri l’imperialismo USA e il colonialismo turco facevano pressione sul PYD perché diventasse parte dell’Esercito Siriano Libero e combattesse contro Assad. Non dimenticate che volevano che il PYD si unisse al Consiglio Nazionale dei Curdi Siriani (ENKS), che viene controllato da Barzani, e reso impotente; non dimenticate che le politiche di confine nutrite dall’alleanza tra la Turchia e Barzani, né l’attuazione di un embargo non dichiarato. Fino al dibattito sugli aiuti militari, l’imperialismo aveva tentato molte volte di manipolare il Rojava attraverso l’uso delle potenze regionali. Coloro i quali ora suonano l’allarme sulla collaborazione, mai una volta hanno alzato la loro voce contro questi attacchi colonialisti/imperialisti. Perché pensate che quelli che ora degradano l’accettare armi fornite dagli Stati Uniti mentre si trovano sotto la minaccia di un massacro, a collaborazione con l’imperialismo, per anni non hanno mai prestato attenzione alle posizioni liberatorie e anti-imperialiste di questo movimento? Lasciate che ve lo dica, a causa di un irredimibile sciovinismo sociale.
Collaborazione non è accettare aiuti militari mentre si è sotto la minaccia di un massacro, ma entrare nella dipendenza imperialista e in relazioni coloniali. Affermare che accettare armi voglia dire questo, significa svendere del tutto la lotta di classe. Il carattere di queste relazioni è definito non nel “momento” ma nel corso di un “processo”. Il contrario significa affermare che la dipendenza imperialista e le relazioni coloniali sono costruite indipendentemente e automaticamente dalle circostanze momentanee che determinano la lotta di classe. Avanzare questo argomento è considerare l’imperialismo come l’“Onnipotente.”
Ricordate che è stato il trasporto di Lenin dalla Svizzera a San Pietroburgo con il necessario sostegno materiale dell’imperialismo tedesco che ha prodotto uno dei migliori momenti della Prima Guerra Mondiale. La speranza dei tedeschi era di contribuire alla confusione in Russia e di lavorare verso il rovesciamento dello Zar. Come risultato la Germania avrebbe messo fine alla guerra russa e mandato tutte le sue forze sul fronte orientale al fronte occidentale. Il piano è stato portato avanti e in Russia è scoppiata l’insurrezione civile.
La rivoluzione sovietica è diventata la più importante risposta a quelli in quel periodo affermavano che Lenin era un agente tedesco. Non è stato il sostegno che la Germania ha dato a Lenin a determinare il processo, ma la rivoluzione che è emersa dalle forze creative della lotta di classe in Russia. La lotta di classe da molto tempo ha fornito una risposta alla domanda “Lenin è un grande rivoluzionario o un collaboratore dell’imperialismo tedesco” a tutti quelli che incessantemente suonavano le campane d’allarme della collaborazione. Proprio come è adesso. Vediamo che alcuni stanno correndo il rischio di dichiarare Lenin un collaboratore imperialista e persino un agente tedesco per dichiarare che il PYD sta collaborando con l’imperialismo. Si resta sorpresi e non si può fare a meno di chiedersi: dov’è la dignità di tutta questa ostilità nei confronti dei curdi?

Fonte: http://www.diclehaber.com/en/news/content/view/427221?from=314584322

Nessun commento: