Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
(Cesare Pavese)
5 commenti:
La fine della storia con un'attrice americana è tra le righe di questa poesia così piena di dolore.
Tre giorni dopo la sua stesura, Pavese scrisse:
"Non ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, infermità, nulla"
E questa nudità, nulla e miseria lo spinsero ad uccidersi.
Si può darsi la morte per questo?
Personalmente ritengo sia molto più difficile andare avanti, accettare di sapersi così deboli e cercare di trovare una via d'uscita.
Perchè poi una mattina forse uno si sveglierà e riuscirà a vedere di nuovo la bellezza del giorno che si sta facendo.
Ho sempre pensato che i suicidi, se avessero la possibilità di vedersi tempo dopo, forse si pentirebbero del gesto fatto.
Lungi da me il condannare, è solo che personalmente non concepisco l'idea di buttarla via questa vita che è così strana e bizzarra e che forse, insperata, qualche sorpresa ce la può riservare.
Claudiabalena
SONO BRUNACCIO
Io la penso così, Claudia: non sono nessuno per poter comprendere cosa può passare nella testa di una persona, nel senso che non sai mai quale sia veramente la molla interna che non ha più funzionato fino a mandarti contro una cosa biologica come l'istinto di conservazione, e dunque me ne sto in silenzio, quando certe cose accadono.
SEMPRE BRUNACCIO
Non intendevo riferirmi in particolare al tuo commento, che anzi offre grossi spunti di riflessione, però a me la cosa che lascia sgomento è come si possa violare l'istinto di conservazione che è una delle molle primigenie animali che ci costituiscono. Se capissi quello, forse riuscirei a valutare meglio questo mistero di chi non ce la fa più.
Un mio amico carissimo anni fa si è sparato in testa per un amore finito.
Tu non sai che rabbia feroce ho provato nel vederlo nella bara con la testa spaccata. Una rabbia che mi spingeva quasi a prenderlo per le spalle e scuoterlo e chiedergli se si fosse reso conto di quello che aveva fatto. Di cosa avesse buttato via, la sua vita, se aveva capito che s'era tolto la vita.
E dentro di me mi capita di ripensare a quella notte, della lucidità con cui è andato in camera dei suoi genitori, con cui ha preso la pistola dal cassetto e si è sparato in faccia. Al dolore che poteva provare, così grande che l'ha spinto a farla finita.
Ma non posso non pensare che, se avesse avuto un barlume di lucidità, adesso mi direbbe che ho ragione, che l'ha fatta la cazzata, con quel sorrisetto ironico con cui incorniciava spesso quello che diceva.
Questo pensiero mi accompagna da quel giorno d'estate maledetto.
E non volevo essere fraintesa ne' dar l'idea di voler giudicare chi compie quel gesto, chi da spazio a quell' istinto che per una frazione di secondo va al contrario.
E se ti devo dire la verità, mi spaventa l'idea che, adesso, con tutta la lucidità in mio possesso, io possa ritenere quel gesto una follia ma che, chi lo dice, un domani io stessa possa accarezzare quell'idea. Che a me, o a qualcuno a me caro, possa rompersi qualcosa dentro.
Tutto qui.
Claudiabalena
SONO BRUNACCIO
Rispetto, Claudia, massimo rispetto.
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