Questa domenica torniamo con gioia e interesse a dare spazio alla nostra amica Roberta (che partecipava già ai tempi della fondazione del vecchio blog Volante Rossa). Roberta già ci era piaciuta in altri suoi spazi domenicali, e oggi torna proponendoci tre racconti flash, quasi delle istantanee che finiscono in freddura, che a me personalmente sono molto piaciuti e che ho scoperto essere chiamati drabbles.
La spina
“Cicciona”
“Bassotta”
“Contadinotta”
“Ti metti i vestiti di tua zia?”
Queste erano solo alcune delle cattiverie che le sue compagne di liceo le sbattevano in faccia.
Ma lo aveva superato, era riuscita a crearsi una vita serena.
Lavoro, matrimonio, figli.
Le era rimasta solo una piccola spina, che con pazienza avrebbe tolto.
Un pezzetto per volta.
Ci pensava, agganciando il reggicalze civettuolo.
Sotto casa il rombo della macchina sportiva.
Un sms.
Attraverso le tende lo sbirciò: elegante e impaziente di farla godere.
Cancellò il nome dalla lista: ne restavano solo cinque.
Cinque mariti, fidanzati, conviventi
delle vecchie compagne di liceo.
Poco oltre
Niente da fare: tutte, in ufficio, ai piedi di Maurizio.
Lui era il maschio alfa: avvocato vorace, accanito di palestra e di sesso.
Tutte gareggiavano con tacchi quindici, camicette dai bottoni allentati sul seno.
Alberto non poteva reggere il confronto, ma per Valeria lo avrebbe volentieri strozzato, quello lì.
Valeria, brillante e spigliata, diventava una bambola scema per quel bastardo.
Lui ne approfittava senza ritegno, al lavoro e nel letto.
Sgomento generale, quando Maurizio, con gravi accuse, fu cacciato via.
Si pensò alla vendetta di un'amante gelosa.
“Nessuno guarda un po' oltre!”
Sorrideva Alberto.“Peccato, Maurizio... mi piacevi davvero.”
Il regalo
Glielo aveva promesso: queste feste le passiamo insieme.
L'anno prima aveva invece preferito mollarla per andare a sciare, e grazie tante se si era ricordato di chiamarla una volta o due.
Non che il resto dell'anno fosse così diverso: lei non era mai in cima ai suoi pensieri.
Prima il suo ego, poi la libertà, il lavoro, gli amici, le altre.
Raggiante lo vide arrivare il ventitré dicembre,
con l'astuccio del bracciale comprato dalla segretaria.
Lo condusse sul divano, versò il vino.
Un altro bicchiere, un altro...
Una sola coltellata, netta, alla gola.
“Buone feste, amore mio.”
(Roberta)
La spina
“Cicciona”
“Bassotta”
“Contadinotta”
“Ti metti i vestiti di tua zia?”
Queste erano solo alcune delle cattiverie che le sue compagne di liceo le sbattevano in faccia.
Ma lo aveva superato, era riuscita a crearsi una vita serena.
Lavoro, matrimonio, figli.
Le era rimasta solo una piccola spina, che con pazienza avrebbe tolto.
Un pezzetto per volta.
Ci pensava, agganciando il reggicalze civettuolo.
Sotto casa il rombo della macchina sportiva.
Un sms.
Attraverso le tende lo sbirciò: elegante e impaziente di farla godere.
Cancellò il nome dalla lista: ne restavano solo cinque.
Cinque mariti, fidanzati, conviventi
delle vecchie compagne di liceo.
Poco oltre
Niente da fare: tutte, in ufficio, ai piedi di Maurizio.
Lui era il maschio alfa: avvocato vorace, accanito di palestra e di sesso.
Tutte gareggiavano con tacchi quindici, camicette dai bottoni allentati sul seno.
Alberto non poteva reggere il confronto, ma per Valeria lo avrebbe volentieri strozzato, quello lì.
Valeria, brillante e spigliata, diventava una bambola scema per quel bastardo.
Lui ne approfittava senza ritegno, al lavoro e nel letto.
Sgomento generale, quando Maurizio, con gravi accuse, fu cacciato via.
Si pensò alla vendetta di un'amante gelosa.
“Nessuno guarda un po' oltre!”
Sorrideva Alberto.“Peccato, Maurizio... mi piacevi davvero.”
Il regalo
Glielo aveva promesso: queste feste le passiamo insieme.
L'anno prima aveva invece preferito mollarla per andare a sciare, e grazie tante se si era ricordato di chiamarla una volta o due.
Non che il resto dell'anno fosse così diverso: lei non era mai in cima ai suoi pensieri.
Prima il suo ego, poi la libertà, il lavoro, gli amici, le altre.
Raggiante lo vide arrivare il ventitré dicembre,
con l'astuccio del bracciale comprato dalla segretaria.
Lo condusse sul divano, versò il vino.
Un altro bicchiere, un altro...
Una sola coltellata, netta, alla gola.
“Buone feste, amore mio.”
(Roberta)
1 commento:
grazie per la pubblicazione, anche se ho letto in ritardo...buona settimana
Roberta
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