La rottura di un modem ha costretto il blog ad una pausa, ma i tragici eventi occorsi tra il 7 e il 9 gennaio con una serie di vittime innocenti, ci costringono a prendere posizione.
E' innegabile la preoccupazione per il fatto che il salafismo armato, versione fai-da-te (rispetto alla Sunna e alle quattro scuole) dell'Islam di origine saudita, stia diventando l'ideologia di riferimento di molti giovani disperati delle banlieue. Dopo essere stata capillarmente diffusa e fomentata per creare il panico nei regimi laici ormai invisi all'Occidente e destabilizzarli, in particolare Libia e Siria, arriva a farsi sentire proprio nell'Europa che sempre si crede al sicuro.
Ma è rispetto a tanta retorica di sistema che vorrei dire la mia, dicendo già che seguo parzialmente Hebdo dal 2011 e non mi è mai piaciuto, nè per le sue posizioni politiche spesso aberranti
(vedi qua http://lepcf.fr/je-ne-suis-pas-Charlie) ma nemmeno nel modo di condurre la critica alle religione, una critica molto poco sociale e molto fondata sul dileggio dell'intimo sentire di milioni di persone, spesso tra le meno abbienti di Francia: si può scrivere quel che si vuole, si possono pubblicare vignette che sono propaganda bellica, riprendendole dalla destra danese, ma io non riesco a chiamare tutto questo satira: la satira, quella che io considero tale, ride delle ingiustizie e del potere e per questo ha bisogno di un codice culturale comune tra gli sfruttati, che Hebdo non ha mai voluto porre, perchè disegnare Muhammad che si imbottisce di esplosivo è violenza ideologica e non certo attacco al potere, e arrivare a presentare un libraccio, pieno di calunnie sui musulmani, come 'Sottomissione', che è davvero propaganda bella e buona da scontro di civiltà, non è producente per nessuno.Per me nulla, nemmeno la libertà di espressione o la laicità, ha un valore assoluto, ma lo ha solo nella misura in cui produce ponti per abolire o limitare lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Ma è quando sento la retorica della 'libertà di espressione' sbandierata dai vari padroni dell'Europa e del mondo che proprio perdo le staffe, e per una volta voglio parlare di questi concetti non nel loro astrattismo da iperuranio ma in quelli che ne sono gli effetti storici e sociali, con uno stile anche un po' provocatorio, ma visto che ormai va di moda, perchè non farlo noi?
Io penso che concetti come 'libertà di espressione, laicità, diritti' siano parole d'ordine tipicamente da ricco perchè a chi è povero e ha fame di queste storie non frega niente, e perchè, quando sono usate, queste lo sono come parole d'ordine del potere contro un nemico spesso immaginario, sempre costruito, il più delle volte straniero (o comunque esotico) su cui rovesciare le tensioni sociali che la manovra di attacco del capitale oligopolista UE riversa su larghi strati della popolazione, con la complicità di un certo spocchioso suprematismo culturale post illuminista (autodefinito laicità) come quello di Hebdo. Insomma la vecchia retorica da propaganda bellica in versione 'democratica 3.0' che i comunisti devono riconoscere e a cui non devono abboccare.
Laicità e democrazia dovevano includere gruppi che la religione escludeva e si sono inventate il razzismo (ancora più violentemente esclusivista), dovevano abbattere i privilegi di consuetudine ma, mantenendo il diritto di eredità, hanno perpetuato quelli del Capitale, dovevano realizzare la giustizia contro i secoli bui e hanno costruito due immani carneficine mondiali e il fantastico mondo occidentale che viviamo e che attende i giovani oggi.
Certo, il socialismo è e dovrà sempre essere ideologia laica, ma sa anche accorgersi delle trappole ideologiche del Capitale (anche Bismarck fu un laico, ma fu un imperialista anti popolare, per non parlare del ceto sabaudo) e questa Hebdo lo è, grossa come una casa.
La libertà che davvero i soloni UE vogliono al solito è sempre quella di sfruttare, e della libertà che Hebdo vuole per sè a me interessa poco.
Da comunista e pragmatico mi interessa, da lunedì, ragionare più sugli effetti pratici che questo attacco genererà, e uno lo sappiamo da subito: un'ulteriore militarizzazione del territorio e della risposta ad ogni tipo di conflitto che si metterà in campo: dai salafiti alla repressione delle lotte sociali, il passo sarà breve. La Storia è maestra ma non ha scolari: i padroni del vapore da oggi hanno argomenti retorici e potenza di azione maggiori di quelli, già immensi, di ieri.
Ma è rispetto a tanta retorica di sistema che vorrei dire la mia, dicendo già che seguo parzialmente Hebdo dal 2011 e non mi è mai piaciuto, nè per le sue posizioni politiche spesso aberranti
(vedi qua http://lepcf.fr/je-ne-suis-pas-Charlie) ma nemmeno nel modo di condurre la critica alle religione, una critica molto poco sociale e molto fondata sul dileggio dell'intimo sentire di milioni di persone, spesso tra le meno abbienti di Francia: si può scrivere quel che si vuole, si possono pubblicare vignette che sono propaganda bellica, riprendendole dalla destra danese, ma io non riesco a chiamare tutto questo satira: la satira, quella che io considero tale, ride delle ingiustizie e del potere e per questo ha bisogno di un codice culturale comune tra gli sfruttati, che Hebdo non ha mai voluto porre, perchè disegnare Muhammad che si imbottisce di esplosivo è violenza ideologica e non certo attacco al potere, e arrivare a presentare un libraccio, pieno di calunnie sui musulmani, come 'Sottomissione', che è davvero propaganda bella e buona da scontro di civiltà, non è producente per nessuno.Per me nulla, nemmeno la libertà di espressione o la laicità, ha un valore assoluto, ma lo ha solo nella misura in cui produce ponti per abolire o limitare lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Ma è quando sento la retorica della 'libertà di espressione' sbandierata dai vari padroni dell'Europa e del mondo che proprio perdo le staffe, e per una volta voglio parlare di questi concetti non nel loro astrattismo da iperuranio ma in quelli che ne sono gli effetti storici e sociali, con uno stile anche un po' provocatorio, ma visto che ormai va di moda, perchè non farlo noi?
Io penso che concetti come 'libertà di espressione, laicità, diritti' siano parole d'ordine tipicamente da ricco perchè a chi è povero e ha fame di queste storie non frega niente, e perchè, quando sono usate, queste lo sono come parole d'ordine del potere contro un nemico spesso immaginario, sempre costruito, il più delle volte straniero (o comunque esotico) su cui rovesciare le tensioni sociali che la manovra di attacco del capitale oligopolista UE riversa su larghi strati della popolazione, con la complicità di un certo spocchioso suprematismo culturale post illuminista (autodefinito laicità) come quello di Hebdo. Insomma la vecchia retorica da propaganda bellica in versione 'democratica 3.0' che i comunisti devono riconoscere e a cui non devono abboccare.
Laicità e democrazia dovevano includere gruppi che la religione escludeva e si sono inventate il razzismo (ancora più violentemente esclusivista), dovevano abbattere i privilegi di consuetudine ma, mantenendo il diritto di eredità, hanno perpetuato quelli del Capitale, dovevano realizzare la giustizia contro i secoli bui e hanno costruito due immani carneficine mondiali e il fantastico mondo occidentale che viviamo e che attende i giovani oggi.
Certo, il socialismo è e dovrà sempre essere ideologia laica, ma sa anche accorgersi delle trappole ideologiche del Capitale (anche Bismarck fu un laico, ma fu un imperialista anti popolare, per non parlare del ceto sabaudo) e questa Hebdo lo è, grossa come una casa.
La libertà che davvero i soloni UE vogliono al solito è sempre quella di sfruttare, e della libertà che Hebdo vuole per sè a me interessa poco.
Da comunista e pragmatico mi interessa, da lunedì, ragionare più sugli effetti pratici che questo attacco genererà, e uno lo sappiamo da subito: un'ulteriore militarizzazione del territorio e della risposta ad ogni tipo di conflitto che si metterà in campo: dai salafiti alla repressione delle lotte sociali, il passo sarà breve. La Storia è maestra ma non ha scolari: i padroni del vapore da oggi hanno argomenti retorici e potenza di azione maggiori di quelli, già immensi, di ieri.
2 commenti:
una fra le pochissime lucide analisi che mi è capitato di leggere in questi giorni, djordji
Grazie Djorddji.
Aggiungo un piccolo spunto.
Non so perchè, ma ultimamente ogni gesto di estrema violenza contro minoranze o ciò che è ideologicamente ostile, viene tacciato di 'fascismo' quasi che esso sia una categoria dello spirito. A ben ricordarci, il fascismo storico fu l'ideologia di nazioni capitaliste nell'epoca dell'impoverimento dei ceti medi volta a stornare il conflitto capitale-lavoro (che allora aveva preso sbocchi rivoluzionari) cooptando il consenso di massa verso valori interclassisti e fittizi come la Nazione o la Razza: il fascismo e il nazismo soprattutto per inciso erano pieni di vignette 'satiriche' su ebrei, malati di mente e quant'altro. Ora, per quanto aberrante e violenta e lontana da ogni civiltà sia l'ideologia salafita, di elementi materiali di comunanza col fascismo ce ne sono pari a zero, ma c'è soltanto un'ideologia autoritaria, maschilista, gerachica e la suggestione della violenza distruttiva contro ciò che si mette contro, che sono tratti distintivi di molte ideologie storiche, non ultimo il liberalismo nella sua fase coloniale (sarebbe anche quello fascismo, prima ancora che sia esistito il fascismo storico?). Nell'epoca in cui le parole d'ordine interclassiste sono 'libertà di espressione, valori europei laici' ecc ecc ecc, a me sembra molto più vicino al senso di adunata fascista 2.0 lo stile di Charlie Hebdo e le parole d'ordine che immediatamente il potere ci ha costruito sopra. E non facciamoci ingannare dalla presenza di residuati di anarchismo, perchè quello di Hebdo è un anarchismo da salotto borghese e per borghesi (non certo quello che parlava alle plebi contadine contro l'oppressione di padroni e preti) utilissimo a compattare tutti quanti a difesa delle istituzioni, della loro democrazia e della loro laicità, e proprio noi italiani dovremmo sapere quanti di quegli anarchici da salotto ai tempi finirono ad essere arruolati nel fascismo stesso. Dunque, certamente il salafismo è un nostro nemico, ma non andiamo sempre a cercare il fascismo come fosse un sinonimo morale di 'brutto e cattivo' e magari facendo il gioco di fascisti, questi sì, 2.0 come Wilders o della 'democrazia padronale' del PD e dei suoi omologhi. Si può essere nostri nemici anche senza essere fascisti
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