Dopo molto tempo torniamo a parlare di Siria e di curdi: è un po' che stiamo in silenzio perchè del Rojava si parla molto ovunque e aspettavamo di poter dare un taglio di maggiore approfondimento alla questione in senso più esteso e generale, ovvero in rapporto alla politica siriana e non solo all'ISIS su cui c'è molta informazione.
L'invito, da parte di un compagno, a leggere l'articolo proposto sotto è stato quello che faceva al caso nostro.
I curdi del Rojava sono accusati dai nemici di Assad di averci sempre flirtato, a loro volta alcuni fautori di Assad hanno considerato i curdi come agenti destabilizzanti; gli stessi abitanti e combattenti del Rojava, a quel che ho letto e sentito, danno valutazioni diversissime tra loro sia di Assad che dell' ELS.
Questo articolo ricostruisce minuziosamente la complessa vicenda, per quel che mi sono potuto informare anche con buona conoscenza dei fatti: va da sè che non sono un esperto di Siria e quindi posso sbagliarmi, e chi sa di più può benissimo correggere.
Però resta il merito a questo articolo di avere affrontato la questione comprendendone la complessità e senza gli opposti manicheismi che il solo parlare di Assad spesso provoca.
Per il resto, attraverso del materiale raccolto, si pensava di dedicare al Rojava una tre giorni, parlando domani della sua idea economica e presentando dopodomani un contributo sul concittadino e compagno Karim, impegnato a combattere l'IS in Rojava, e ormai balzato alla fama internazionale dopo l'intervista a Vanity Fair: insomma, sempre se non ci saranno notizie più urgenti ed immediate, un progressivo restringimento di campo dalla Siria, al Rojava a Senigallia per capire meglio.
da http://www.civg.it/index.php?option=com_content&view=article&id=269%3Acivg-informa-31-speciale-kurdi-della-siria&catid=2%3Anon-categorizzato
di Enrico Vigna
Per approfondire la realta’ della situazione in Siria, puo’ essere utile comprendere le posizioni delle minoranze del paese, il loro ruolo e le loro scelte all’interno del drammatico contesto di violenza dispiegata nel paese, ma anche nel contesto storico della societa’ siriana.
I curdi sono circa il 9% della popolazione in Siria, stimati in circa 2 milioni di persone; sono la più grande minoranza etnica del paese. Sono concentrati prevalentemente nel nord e nel nord-est, ma anche ad Aleppo e Damasco sono presenti significative comunità curde.
La storia della minoranza curda in Siria e’ passata attraverso diverse fasi, alcune positive e armoniose con la dirigenza del Partito Baath, altre di forti e anche dure contraddizioni, in alcuni momenti anche tragiche; essa e’ passata da momenti di dure repressioni e limitazioni anche di diritti, a sostegni concreti alla lotta di liberazione dei curdi turchi del PKK, per esempio Abdullah Öcalan, leader storico del popolo curdo, ha vissuto protetto dal governo Baath, più di venti anni in Siria ( dal 1979 al 1998), permettendogli di sviluppare e rafforzare il movimento di liberazione curdo nelle sue strategie e nella loro organizzazione. Durante gli anni 1980 e 1990, il PKK operava liberamente in Siria, che fu una specie di territorio libero per i militanti del PKK. Si stima che circa il 20 per cento dei combattenti del PKK hanno la cittadinanza siriana. Dalla fine degli anni '70 fino al 1998 il regime baathista di Hafez Al Assad ha tenuto di fatto una alleanza strategica con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan ( PKK); fu con il sostegno di Damasco che il PKK fondò la sua Accademia Mahsum Korkmaz nella Valle della Bekaa libanese nel 1986, poi spostata alla periferia di Damasco nel 1993.
Poi sotto le pressioni ed i ricatti internazionali, per evitare un confronto armato con la Turchia, che sarebbe risultato devastante per la Siria, il governo di Assad dovette firmare un trattato di sicurezza con la Turchia, noto come Accordo di Adana, in cui la Siria dovette dichiarare il PKK come un’organizzazione terroristica, vietando le sue attività e quelle dei suoi militanti e bloccare la fornitura di armi, materiali logistic e denaro per il PKK sul territorio siriano. Questo costrinse Ocalan e le forze del PKK ha lasciare il paese, spostando le sue basi.
Con la nuova dirigenza di Bashar al Assad nell’estate del 2000, si apri’ una fase di aperture, tolleranza e disgelo tra governo e curdi, fu rimosso gran parte dell'apparato di sicurezza dello Stato dalle regioni curde e ordinato ai funzionari del Baath di incontrare e confrontarsi con i leader dei partiti curdi, i quali hanno cosi’aumentato le richieste di aumento dei diritti culturali e politici. Ma nel marzo 2004 la situazione precipita nuovamente causa una dura repressione senza precedenti, seguita a manifestazioni di piazza sfociate in scontri; il comandante della citta’ diede una risposta spropositata che causo’ trentadue morti, centinaia di feriti e 2.000. Fu aperta un inchiesta decisa dal governo centrale di Damasco, messo sotto processo e condannato il responsabile delle forze di sicurezza locali. Per la fine del 2004, la maggior parte dei 2.000 detenuti fu rilasciato ed i 312 restanti furono amnistiati e liberati nel marzo 2005.
Le relazioni sono riprese in occasione della guerra della NATO contro la Siria dal 2011 . Il ramo siriano del PKK , il PYD , è la grande maggioranza delle forze siriane regioni prevalentemente curdi nel nord della Siria . Ci sono stati scontri occasionali tra milizie e l' esercito siriano PYD ma prevale l'unità contro le bande mercenarie salafiti sostenuti dalla Turchia , nemico comune di Siria e la causa curda . Il governo siriano consente che l'azione politica da parte del PKK nelle regioni curde e di presentare candidati alle elezioni locali. Nella città la popolazione Daerik elegge un sindaco vicino PYD - PKK .
Nell’attuale fase di crisi i curdi, inizialmente divisi tra una minoranza “interventista” ( che ha nel gruppo il “ Movimento del Futuro”, nato nel 2005, la fazione piu’consistente, seppur poco influente ) e la stragrande maggioranza “attendista”, e refrattaria a entrare attivamente nella sovversione contro il governo di Assad ( sono stati 11 i partiti curdi che non hanno aderito al CNS), si sono trovati ad avere una prima sorta di autonomia di governo nelle loro zone, fin dall’inizio degli scontri di due anni e mezzo fa: infatti il Presidente siriano e la dirigenza baathista, per evitare il coinvolgimento curdo nello scontro sui confini nord-orientali, aveva scelto e proposto ai curdi di lasciar loro il controllo sia amministrativo, con esponenti loro inseriti nei governi locali del territorio, che quello militare fornendo loro anche armamenti per le loro milizie oltre ad una integrazione di intelligence e logistica, contro i terroristi. Il Partito dell’Unita’ Democratica (PYD) che e’ il partito piu’ forte e influente della comunita’ siriana curda, ha preso al volo quest’occasione storica per migliorare e aumentare le prospettive di sviluppo della minoranza locale; un balzo in avanti storico per questa popolazione che da decenni chiede e si batte per maggiori diritti e autonomia. La zona orientale del Paese è stata a lungo un’area con un saldo controllo dell’esercito governativo con il tacito consenso della popolazione locale, poi dopo continue infiltrazioni di bande terroriste e jahdiste, con attacchi e attentati contro gli abitanti ed i civili, soprattutto curdi, il 12 luglio 2012 viene stipulato un accordo tra le varie formazioni curde, in particolare tra il Consiglio Nazionale Siriano Curdo (CNSC) e il Partito PYD, ramo siriano del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), dove viene delineata una linea comune che prevede la collaborazione tra i diversi gruppi per la difesa della popolazione locale.L’opposizione armata del Consiglio Nazionale Siriano (CNS) e del cosiddetto Esercito Libero Siriano (ELS) accusano i curdi di essere alleati e collaborazionisti del governo siriano, anche perche’ l’esercito arabo siriano consegna di fatto le sue basi alle milizie curde, le Unità di Difesa del Popolo (YPG), lasciando alcuni ufficiali come assistenti militari;l’8 aprile 2011, dopo qualche settimana dall’inizio delle rivolte, il Presidente siriano aveva gia’ concesso la cittadinanza ai curdi della regione nord orientale dell’Hasake, fino a quel momento registrati come stranieri.
Da questo momento cominciano anche in questa regione gli assalti dispiegati di gruppi di jihadisti. La Turchia si irrita violentemente per questa mossa di Damasco, perche’ il problema curdo e’ una spina nel fianco della realta’ turca e dichiara la volontà e l’obiettivo di schiacciare anche i curdi siriani, temendo che nella confusa situazione siriana, potrebbe nascere uno stato dei curdi siriani e poi unirsi ai curdi della Turchia. Cominciaun intenso lavoro degliagentiturchi, americani e israelianimediante provocazioni e viene intrapresa una violenta campagna diffamatoria contro il PYD per levargli il consenso della comunita’ siriana curda che pero’ fallisce. Cosi’ si intensificano le infiltrazioni e gli attacchi delle bande criminali qaediste che sotto la direzione dei Servizi turchi attaccano le città del Kurdistan occidentale. I quartieri curdi di Aleppo sono vittime di queste bande nell’ ottobre del 2012 e trenta curdi sono stati uccisi in questi attacchi. Queste bande supportate dalla Turchia hanno lanciato attacchi senza sosta anche contro la città di Efrin e i suoi dintorni. Successivamente è risultato che anche partiti curdi, il Partito democratico curdo (PDK-S/Al-Parti) e il Partito dell’Unione Libertà (Azadi), aderenti al CNS avevano partecipato ad attacchi contro curdi nelle città di Aleppo e Efrin. A novembre, gruppi armati con base in Turchia hanno cominciato ad attraversare il confine a Serêkaniyê, dichiarando di essere gruppi dell’opposizione siriana venuti a combattere le truppe governative ma in realta’ lo scontro fu contro i curdi, in quanto non vi erano piu’ le truppe governative nell’area. Nel 13 febbraio 2013 i gruppi armati legati all’ESL hanno attaccato la città di Tiltemir dove vivono insieme in pace, curdi, arabi e assiri, provocando morti e feriti ma subendo anche una dura reazione da parte delle forze dell’ YPG, le milize del PYD.
Muslim uno dei leadercurdi del PYD, in alcune interviste rilascia dichiarazioni che vengono subito bollate dai media turchi e dei paesi aggressori della Siria (Qatar, Arabia Saudita e USA in primis) come prova dell’alleanza segreta con Damasco; in una intervista ad Al Monitor egli afferma: “…I curdi siriani non vogliono l’indipendenza e nemmeno una struttura federale simile a quella del Kurdistan iracheno. Vogliamo solo il piu’ ampio riconoscimento dei nostri diritti politici e culturali e vogliamo governare la nostra regione. Siamo parte della Siria e vogliamo vivere in buone relazioni con gli Arabi…”. Nell’intervista egli aggiunge che i curdi non hanno alcun interesse a scontrarsi con Assad e poi aggiunge:“…Che cosa è questa che chiamano Opposizione? Sono a pezzi, si saltano alla gola a vicenda. Se quelli che combattono in Siria non riconoscono quelli in giacca e cravatta che siedono a Istanbul come i loro legittimi rappresentanti, perché dovremmo farlo noi?...”.
I terroristi ribelli dichiarano guerra ai curdi della Siria Continui scontri tra ribelli e combattenti curdi sono culminati in una dichiarazione di guerra nella regione di Efreen, vicino ad Aleppo, nel nord della Siria. L'intensificarsi degli scontri nel nord della Siria avviene nella sempre più confusione tra i gruppi armati ribelli della Siria; è stataannunciata la diserzione di un intero Battaglione del cosiddetto ELS ( Esercito Siriano Libero) che si è rifiutato di attaccare i curdi. Con i gruppi di insorti ad Aleppo e in altre parti del paese sempre più sotto pressione dall’esercito arabo siriano che sta avanzando, l'assenza totale di una piattaforma politica e di una reale progettualità, la dichiarazione contro i curdi non può essere una sorpresa.
Il 4 maggio, vengono segnalati scontri violenti tra i curdi delle Unità Kurde di Difesa ( YPG) ( curdo : Yekîneyên Parastina Gel) e combattenti ribelli (tra cui Jabhat al- Nusra ) nella provincia di Al-Hasakah. Molte riprese video sono state successivamente mostrate per fare vedere che una serie di gruppi armati curdi ( come ad esempio Libertà del Kurdistan, Falcons ) si sono uniti sotto la bandiera della YPG, in un contrattacco coordinato contro i terroristi che attaccano le aree curde per occuparle, durante la crisi che sta attanagliando il Paese .
I rapporti segnalano che all'inizio del mese, gruppi arabi in Til Temir erano armati e spinti da vari esponenti del cosiddetto ESL ( FSA), a confrontarsi con i gruppi curdi. Til Temir è una piccola città di curdi, ma abitata anche da arabi e assiri, situata sulla strada tra Sere Kaniyê e Al-Hasakeh. Gli attacchi mordi e fuggi dei terroristi hanno provocato la morte di molti membri di YPG e di civili che vivono in Til Temir. Nonostante i ripetuti scontri, le forze di YPG sono riuscite a respingere i gruppi armati attaccanti. Una dichiarazione firmata da circa ventuno gruppi armati, tra cui Liwa al- Tawhid , Stato islamico nel Levante e le Brigate Al- Furqan facenti parte dell’ELS, hanno dichiarato le "Unità Kurde di Difesa , YPG , come traditori perché sono contro la nostra Jihad… ". L'obiettivo, secondo il comunicato, è " …quello del compimento del processo di purificazione globale della Siria…", e della liberazione dal " PKK e dagli Shabiha ". La dichiarazione è stata pubblicata dal " Fronte di Liberazione Islamico Siriano ", una coalizione di gruppi islamisti radicali, parte dell' ombrello del "Esercito Libero Siriano "( negli ultimo mesi molti di questi gruppi hanno formato questo fronte, su basi programmatiche qaediste e jahdiste), pur essendo in disaccordo con la sua leadership, che accusano essere assente perché basata per lo più al di fuori del paese.
Comunicato del “Fronte di liberazione Islamico Siriano”, 27 maggio 2013
(Ifreen ( in Kurdo: Efrîn o Afrîn, in Arabo: عفرين) è una regione nella provincia di Aleppo con una popolazione di circa 500,000 abitanti, con una città così chiamata, di circa 80,000 abitanti)
Il 6 giugno i curdi siriani hanno chiamato in loro appoggio, l'Esercito Arabo Siriano per interrompere l'assedio imposto da bande armate intorno ai loro villaggi nelle campagne a nord di Aleppo in particolare nella zona di Efreen, secondo il quotidiano siriano al-Watan le formazioni curde armate sono pronte a collaborare con l’Esercito Arabo Siriano per ripulire l'area dai ribelli e mercenari stranieri.
Il 4 novembre le milizie curde hanno definitivamente sconfitto e cacciato le bande wahabite facenti parte dell’ELS da 19 città e villaggi nel nord-est della Siria, nonostante i disperati sforzi dello Stato Islamico in Iraq e del Levante e del Fronte Al- Nusra, i gruppi integralisti legati ad Al Qaeda, di riconquistarli, i Comitati di Protezione del Popolo Curdo hanno preso il controllo di tutta l’area dell’Hasake e dello strategico, militarmente, punto di Yaarubiyeh al confine con l'Iraq, che è un punto di transito fondamentale per le armi e dei combattenti wahabiti che effettuano attacchi in entrambi i paesi.

Il 10 novembre 2013, favoriti dalla riuscita sconfitta e cacciata delle forze jihadiste nelle ultime settimane, i curdi nel nord-est della Siria hanno annunciato la formazione di una autorità autonoma provvisoria, che avrà una amministrazione autonoma regionale . "Oggi è un giorno importante nella storia del popolo curdo ", ha detto Shirzad Izidi , un portavoce del Consiglio Popolare Kurdo Siriano del Kurdistan occidentale. La nuova autorità di transizione è stata costituita dal Partito Democratico Unione ( PYD ) e altri gruppi minori, ma non sottoscritta dal Consiglio nazionale curdo ( KNC ) e dagli altri Partiti curdi legati all’opposizione armata del CNS.
L'invito, da parte di un compagno, a leggere l'articolo proposto sotto è stato quello che faceva al caso nostro.
I curdi del Rojava sono accusati dai nemici di Assad di averci sempre flirtato, a loro volta alcuni fautori di Assad hanno considerato i curdi come agenti destabilizzanti; gli stessi abitanti e combattenti del Rojava, a quel che ho letto e sentito, danno valutazioni diversissime tra loro sia di Assad che dell' ELS.
Questo articolo ricostruisce minuziosamente la complessa vicenda, per quel che mi sono potuto informare anche con buona conoscenza dei fatti: va da sè che non sono un esperto di Siria e quindi posso sbagliarmi, e chi sa di più può benissimo correggere.
Però resta il merito a questo articolo di avere affrontato la questione comprendendone la complessità e senza gli opposti manicheismi che il solo parlare di Assad spesso provoca.
Per il resto, attraverso del materiale raccolto, si pensava di dedicare al Rojava una tre giorni, parlando domani della sua idea economica e presentando dopodomani un contributo sul concittadino e compagno Karim, impegnato a combattere l'IS in Rojava, e ormai balzato alla fama internazionale dopo l'intervista a Vanity Fair: insomma, sempre se non ci saranno notizie più urgenti ed immediate, un progressivo restringimento di campo dalla Siria, al Rojava a Senigallia per capire meglio.
da http://www.civg.it/index.php?option=com_content&view=article&id=269%3Acivg-informa-31-speciale-kurdi-della-siria&catid=2%3Anon-categorizzato
di Enrico Vigna
Per approfondire la realta’ della situazione in Siria, puo’ essere utile comprendere le posizioni delle minoranze del paese, il loro ruolo e le loro scelte all’interno del drammatico contesto di violenza dispiegata nel paese, ma anche nel contesto storico della societa’ siriana.
La storia della minoranza curda in Siria e’ passata attraverso diverse fasi, alcune positive e armoniose con la dirigenza del Partito Baath, altre di forti e anche dure contraddizioni, in alcuni momenti anche tragiche; essa e’ passata da momenti di dure repressioni e limitazioni anche di diritti, a sostegni concreti alla lotta di liberazione dei curdi turchi del PKK, per esempio Abdullah Öcalan, leader storico del popolo curdo, ha vissuto protetto dal governo Baath, più di venti anni in Siria ( dal 1979 al 1998), permettendogli di sviluppare e rafforzare il movimento di liberazione curdo nelle sue strategie e nella loro organizzazione. Durante gli anni 1980 e 1990, il PKK operava liberamente in Siria, che fu una specie di territorio libero per i militanti del PKK. Si stima che circa il 20 per cento dei combattenti del PKK hanno la cittadinanza siriana. Dalla fine degli anni '70 fino al 1998 il regime baathista di Hafez Al Assad ha tenuto di fatto una alleanza strategica con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan ( PKK); fu con il sostegno di Damasco che il PKK fondò la sua Accademia Mahsum Korkmaz nella Valle della Bekaa libanese nel 1986, poi spostata alla periferia di Damasco nel 1993.
Poi sotto le pressioni ed i ricatti internazionali, per evitare un confronto armato con la Turchia, che sarebbe risultato devastante per la Siria, il governo di Assad dovette firmare un trattato di sicurezza con la Turchia, noto come Accordo di Adana, in cui la Siria dovette dichiarare il PKK come un’organizzazione terroristica, vietando le sue attività e quelle dei suoi militanti e bloccare la fornitura di armi, materiali logistic e denaro per il PKK sul territorio siriano. Questo costrinse Ocalan e le forze del PKK ha lasciare il paese, spostando le sue basi.
Con la nuova dirigenza di Bashar al Assad nell’estate del 2000, si apri’ una fase di aperture, tolleranza e disgelo tra governo e curdi, fu rimosso gran parte dell'apparato di sicurezza dello Stato dalle regioni curde e ordinato ai funzionari del Baath di incontrare e confrontarsi con i leader dei partiti curdi, i quali hanno cosi’aumentato le richieste di aumento dei diritti culturali e politici. Ma nel marzo 2004 la situazione precipita nuovamente causa una dura repressione senza precedenti, seguita a manifestazioni di piazza sfociate in scontri; il comandante della citta’ diede una risposta spropositata che causo’ trentadue morti, centinaia di feriti e 2.000. Fu aperta un inchiesta decisa dal governo centrale di Damasco, messo sotto processo e condannato il responsabile delle forze di sicurezza locali. Per la fine del 2004, la maggior parte dei 2.000 detenuti fu rilasciato ed i 312 restanti furono amnistiati e liberati nel marzo 2005.
Le relazioni sono riprese in occasione della guerra della NATO contro la Siria dal 2011 . Il ramo siriano del PKK , il PYD , è la grande maggioranza delle forze siriane regioni prevalentemente curdi nel nord della Siria . Ci sono stati scontri occasionali tra milizie e l' esercito siriano PYD ma prevale l'unità contro le bande mercenarie salafiti sostenuti dalla Turchia , nemico comune di Siria e la causa curda . Il governo siriano consente che l'azione politica da parte del PKK nelle regioni curde e di presentare candidati alle elezioni locali. Nella città la popolazione Daerik elegge un sindaco vicino PYD - PKK .
Nell’attuale fase di crisi i curdi, inizialmente divisi tra una minoranza “interventista” ( che ha nel gruppo il “ Movimento del Futuro”, nato nel 2005, la fazione piu’consistente, seppur poco influente ) e la stragrande maggioranza “attendista”, e refrattaria a entrare attivamente nella sovversione contro il governo di Assad ( sono stati 11 i partiti curdi che non hanno aderito al CNS), si sono trovati ad avere una prima sorta di autonomia di governo nelle loro zone, fin dall’inizio degli scontri di due anni e mezzo fa: infatti il Presidente siriano e la dirigenza baathista, per evitare il coinvolgimento curdo nello scontro sui confini nord-orientali, aveva scelto e proposto ai curdi di lasciar loro il controllo sia amministrativo, con esponenti loro inseriti nei governi locali del territorio, che quello militare fornendo loro anche armamenti per le loro milizie oltre ad una integrazione di intelligence e logistica, contro i terroristi. Il Partito dell’Unita’ Democratica (PYD) che e’ il partito piu’ forte e influente della comunita’ siriana curda, ha preso al volo quest’occasione storica per migliorare e aumentare le prospettive di sviluppo della minoranza locale; un balzo in avanti storico per questa popolazione che da decenni chiede e si batte per maggiori diritti e autonomia. La zona orientale del Paese è stata a lungo un’area con un saldo controllo dell’esercito governativo con il tacito consenso della popolazione locale, poi dopo continue infiltrazioni di bande terroriste e jahdiste, con attacchi e attentati contro gli abitanti ed i civili, soprattutto curdi, il 12 luglio 2012 viene stipulato un accordo tra le varie formazioni curde, in particolare tra il Consiglio Nazionale Siriano Curdo (CNSC) e il Partito PYD, ramo siriano del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), dove viene delineata una linea comune che prevede la collaborazione tra i diversi gruppi per la difesa della popolazione locale.L’opposizione armata del Consiglio Nazionale Siriano (CNS) e del cosiddetto Esercito Libero Siriano (ELS) accusano i curdi di essere alleati e collaborazionisti del governo siriano, anche perche’ l’esercito arabo siriano consegna di fatto le sue basi alle milizie curde, le Unità di Difesa del Popolo (YPG), lasciando alcuni ufficiali come assistenti militari;l’8 aprile 2011, dopo qualche settimana dall’inizio delle rivolte, il Presidente siriano aveva gia’ concesso la cittadinanza ai curdi della regione nord orientale dell’Hasake, fino a quel momento registrati come stranieri.
Muslim uno dei leadercurdi del PYD, in alcune interviste rilascia dichiarazioni che vengono subito bollate dai media turchi e dei paesi aggressori della Siria (Qatar, Arabia Saudita e USA in primis) come prova dell’alleanza segreta con Damasco; in una intervista ad Al Monitor egli afferma: “…I curdi siriani non vogliono l’indipendenza e nemmeno una struttura federale simile a quella del Kurdistan iracheno. Vogliamo solo il piu’ ampio riconoscimento dei nostri diritti politici e culturali e vogliamo governare la nostra regione. Siamo parte della Siria e vogliamo vivere in buone relazioni con gli Arabi…”. Nell’intervista egli aggiunge che i curdi non hanno alcun interesse a scontrarsi con Assad e poi aggiunge:“…Che cosa è questa che chiamano Opposizione? Sono a pezzi, si saltano alla gola a vicenda. Se quelli che combattono in Siria non riconoscono quelli in giacca e cravatta che siedono a Istanbul come i loro legittimi rappresentanti, perché dovremmo farlo noi?...”.
I terroristi ribelli dichiarano guerra ai curdi della Siria Continui scontri tra ribelli e combattenti curdi sono culminati in una dichiarazione di guerra nella regione di Efreen, vicino ad Aleppo, nel nord della Siria. L'intensificarsi degli scontri nel nord della Siria avviene nella sempre più confusione tra i gruppi armati ribelli della Siria; è stataannunciata la diserzione di un intero Battaglione del cosiddetto ELS ( Esercito Siriano Libero) che si è rifiutato di attaccare i curdi. Con i gruppi di insorti ad Aleppo e in altre parti del paese sempre più sotto pressione dall’esercito arabo siriano che sta avanzando, l'assenza totale di una piattaforma politica e di una reale progettualità, la dichiarazione contro i curdi non può essere una sorpresa.
Il 4 maggio, vengono segnalati scontri violenti tra i curdi delle Unità Kurde di Difesa ( YPG) ( curdo : Yekîneyên Parastina Gel) e combattenti ribelli (tra cui Jabhat al- Nusra ) nella provincia di Al-Hasakah. Molte riprese video sono state successivamente mostrate per fare vedere che una serie di gruppi armati curdi ( come ad esempio Libertà del Kurdistan, Falcons ) si sono uniti sotto la bandiera della YPG, in un contrattacco coordinato contro i terroristi che attaccano le aree curde per occuparle, durante la crisi che sta attanagliando il Paese .
I rapporti segnalano che all'inizio del mese, gruppi arabi in Til Temir erano armati e spinti da vari esponenti del cosiddetto ESL ( FSA), a confrontarsi con i gruppi curdi. Til Temir è una piccola città di curdi, ma abitata anche da arabi e assiri, situata sulla strada tra Sere Kaniyê e Al-Hasakeh. Gli attacchi mordi e fuggi dei terroristi hanno provocato la morte di molti membri di YPG e di civili che vivono in Til Temir. Nonostante i ripetuti scontri, le forze di YPG sono riuscite a respingere i gruppi armati attaccanti. Una dichiarazione firmata da circa ventuno gruppi armati, tra cui Liwa al- Tawhid , Stato islamico nel Levante e le Brigate Al- Furqan facenti parte dell’ELS, hanno dichiarato le "Unità Kurde di Difesa , YPG , come traditori perché sono contro la nostra Jihad… ". L'obiettivo, secondo il comunicato, è " …quello del compimento del processo di purificazione globale della Siria…", e della liberazione dal " PKK e dagli Shabiha ". La dichiarazione è stata pubblicata dal " Fronte di Liberazione Islamico Siriano ", una coalizione di gruppi islamisti radicali, parte dell' ombrello del "Esercito Libero Siriano "( negli ultimo mesi molti di questi gruppi hanno formato questo fronte, su basi programmatiche qaediste e jahdiste), pur essendo in disaccordo con la sua leadership, che accusano essere assente perché basata per lo più al di fuori del paese.
(Ifreen ( in Kurdo: Efrîn o Afrîn, in Arabo: عفرين) è una regione nella provincia di Aleppo con una popolazione di circa 500,000 abitanti, con una città così chiamata, di circa 80,000 abitanti)
Il 6 giugno i curdi siriani hanno chiamato in loro appoggio, l'Esercito Arabo Siriano per interrompere l'assedio imposto da bande armate intorno ai loro villaggi nelle campagne a nord di Aleppo in particolare nella zona di Efreen, secondo il quotidiano siriano al-Watan le formazioni curde armate sono pronte a collaborare con l’Esercito Arabo Siriano per ripulire l'area dai ribelli e mercenari stranieri.
Il 10 novembre 2013, favoriti dalla riuscita sconfitta e cacciata delle forze jihadiste nelle ultime settimane, i curdi nel nord-est della Siria hanno annunciato la formazione di una autorità autonoma provvisoria, che avrà una amministrazione autonoma regionale . "Oggi è un giorno importante nella storia del popolo curdo ", ha detto Shirzad Izidi , un portavoce del Consiglio Popolare Kurdo Siriano del Kurdistan occidentale. La nuova autorità di transizione è stata costituita dal Partito Democratico Unione ( PYD ) e altri gruppi minori, ma non sottoscritta dal Consiglio nazionale curdo ( KNC ) e dagli altri Partiti curdi legati all’opposizione armata del CNS.
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