da http://www.senzasoste.it/politica/ddl-scuola-martedi-6-maggio-un-altro-sciopero-in-occasione-dei-test-invalsi
Risposte che in parte sono arrivate anche dai risultati delle elezioni CSPI (“Consiglio superiore della pubblica istruzione”) che ha visto avanzare i sindacati di base a discapito dei confederali, che ad oggi, come del resto il PD, non hanno ancora chiesto chiaramente il ritiro del ddl scuola, preferendo un confronto con Renzi su alcuni punti, scelta rischiosa e che in ogni caso avvalla l'impianto di un riforma che lo stesso Angelino Alfano ha etichettato, con un certo orgoglio, come “di destra” (“Ci sono le proteste in piazza della sinistra perchè si stanno facendo cose di destra” ha dichiarato chiaramente il ministro).
In un contesto di così chiara sovrapposizione tra centro-destra e centro-sinistra, alleati nella riforma della scuola, va da sé che occorre da parte di chi vuol difendere e migliorare davvero la scuola pubblica, impegno e sacrifici straordinari. Uno dei possibili appuntamenti di questa lotta potrebbe essere lo sciopero degli scrutini, come da più parti sollecitato. A tale proposito, però – fanno notare i COBAS, favorevoli all'iniziativa – occorre la disdetta formale e sostanziale, da parte dei confederali, di Snals e Gilda, della limitazione al diritto di sciopero durante gli scrutini (non più di due giorni consecutivi e in classi non “terminali”), erroneamente accettata a suo tempo.
per Senza Soste, Orlando Santesidra
Dopo il grande successo dello sciopero generale del 5 maggio scorso (e quello contro l'Invalsi alle elementari il 6), continuano le proteste nel mondo della scuola. Martedì 12 maggio, gli insegnanti, gli ATA, ma anche gli studenti e i genitori sono chiamati ad aderire allo sciopero indetto dai COBAS contro il Ddl della “cattiva” scuola di Renzi nella giornata dei quiz Invalsi alle Superiori. E' forte infatti il legame tra la scuola del preside-padrone e la valutazione che le prove Invalsi da anni effettuano attraverso insulsi indovinelli, condizionando lo svolgimento della didattica. La mobilitazione è mirata soprattutto ad impedire l’effettuazione dei quiz. Consapevoli del peso e del costo di due scioperi in una settimana, i COBAS hanno sollecitato la costituzione di Casse di resistenza con le quali i non scioperanti rimborsano i docenti ed Ata che, scioperando per la seconda volta, potrebbero impedire l’effettuazione dei quiz.
Più in generale, e visto il lungo braccio di ferro che vedrà impegnati operatori della scuola e governo, è auspicabile che prenda piede la pratica di creare casse di resistenza per convincere i custodi a restare a casa e quindi a lasciare chiuse le scuole: un segnale forte ma necessario contro l'offensiva più violenta dell'ultimo decennio contro la scuola pubblica. Una formula, quella del rimborso della giornata dei custodi, che potrebbe rivelarsi uno strumento di grande efficacia contro l'avanzare sordo del governo che merita risposte altrettanto decise e organizzate.Risposte che in parte sono arrivate anche dai risultati delle elezioni CSPI (“Consiglio superiore della pubblica istruzione”) che ha visto avanzare i sindacati di base a discapito dei confederali, che ad oggi, come del resto il PD, non hanno ancora chiesto chiaramente il ritiro del ddl scuola, preferendo un confronto con Renzi su alcuni punti, scelta rischiosa e che in ogni caso avvalla l'impianto di un riforma che lo stesso Angelino Alfano ha etichettato, con un certo orgoglio, come “di destra” (“Ci sono le proteste in piazza della sinistra perchè si stanno facendo cose di destra” ha dichiarato chiaramente il ministro).
In un contesto di così chiara sovrapposizione tra centro-destra e centro-sinistra, alleati nella riforma della scuola, va da sé che occorre da parte di chi vuol difendere e migliorare davvero la scuola pubblica, impegno e sacrifici straordinari. Uno dei possibili appuntamenti di questa lotta potrebbe essere lo sciopero degli scrutini, come da più parti sollecitato. A tale proposito, però – fanno notare i COBAS, favorevoli all'iniziativa – occorre la disdetta formale e sostanziale, da parte dei confederali, di Snals e Gilda, della limitazione al diritto di sciopero durante gli scrutini (non più di due giorni consecutivi e in classi non “terminali”), erroneamente accettata a suo tempo.
per Senza Soste, Orlando Santesidra
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