da https://ilmanifesto.it/destre-venezuelane-allattacco-delle-ambasciate-in-europa/
La crisi. A Caracas continuano gli omicidi mirati, gli scontri e anche la campagna “puputov” (molotov di escrementi) lanciata contro il governo Maduro
Inneggiando slogan all’ex dittatore spagnolo Franco, le destre
venezuelane hanno assediato per ore l’ambasciata venezuelana a Madrid,
riuscendo a ferire anche l’ambasciatore Mario Isea. Contro di lui, si sono
scatenati i twitter di opposizione, di questo tenore: “Che esca fuori un eroe
venezuelano in Spagna e a Mario Isea gli faccia come all’ambasciatore russo in
Turchia. Non ha prezzo”. Il governo venezuelano ha protestato con la Spagna
chiedendo che venga garantita l’incolumità dei suoi funzionari. Dentro
l’ambasciata, c’erano alcuni esponenti del Comitato vittime delle guarimbas,
sopravvissuti o famigliari di uccisi dalle violenze delle destre durante il
2014. Manifesti e slogan bellicosi in cui compare un Maduro incalzato da
un’arma di grosso calibro, sono apparsi anche al Consolato di Milano e
all’ambasciata del Venezuela in Italia a Roma. Quella di assaltare le
ambasciate è una vecchia abitudine delle destre venezuelane. Il 12 aprile del
2002, durante il golpe contro Chavez, Leopoldo Lopez e il suo amico Capriles
Radonski, armi alla mano, tennero sotto assedio il personale dell’ambasciata
cubana a Caracas.In questi giorni, le destre intimidiscono, insultano e
minacciano giornalisti, attivisti e religiosi: chiunque non si accodi a quella
che Lilian Tintori, da Brasilia, ha definito “la parte giusta della storia”.
Il campo di Trump, dell’Europa dei forti e di quanti difendano i
“diritti umani” a senso unico, quelli del Fondo monetario internazionale e
della “libertà” di privatizzare i beni comuni. La fake-woman di Voluntad
Popular si è recata in Brasile da Michel Temer, il quale le ha assicurato che
il Brasile “appoggia la democrazia e i diritti umani in Venezuela, che è
fondamentale definire un calendario elettorale” e che farà tutto il possibile,
insieme ai governi neoliberisti della regione, per appoggiare la strategia di
Tintori. Quest’ultima ha sottolineato che “per la prima volta in 18 anni, da
quando il chavismo è andato al potere un presidente brasiliano riceve
rappresentanti dell’opposizione venezuelane e questo è dovuto al carattere
democratico di Temer”… Per la prima volta – ha detto ancora Tintori – in
America latina “c’è una maggioranza di governi convinti che le cose debbano
cambiare in Venezuela”. Quindi, la Dama en blanco ha attaccato frontalmente il
papa, dichiarando “inaccettabili” i suoi inviti al dialogo e alla fine delle
violenze, ha consigliato al Vaticano di “difendere i diritti umani”, e a tutti
gli altri di mettersi “dalla parte giusta della storia”.
Nei loro frequenti viaggi all’estero, gli esponenti di
opposizione si comportano sempre più da ministri di governo. Hanno, infatti,
già ricevuto il viatico della Casa Bianca e dei governi latinoamericani
subalterni agli Usa e anche delle destre europee (e del Pd). In Venezuela,
l’allerta per una possibile invasione militare è forte.
Continuano gli omicidi mirati, gli scontri e anche la campagna
“puputov” (molotov di escrementi), lanciata dalle destre contro il governo.
Spiegazioni e dettagli si trovano in internet digitando “puputov Venezuela”. Si
trovano anche le immagini, diffuse da Reuters sulle armi di fabbricazione
artigianali con cui vengono sparate le biglie di ferro, che uccidono chiunque
si trovi sulla linea di tiro tra i “pacifici manifestanti” e la Guardia
Nacional. Per caso o intenzionalmente. Un’inchiesta del giornale spagnolo La
Vanguardia, non certo affine al governo bolivariano, ha fatto parlare alcuni
studenti di opposizione, che hanno confermato l’obiettivo delle destre: “fare
quanti più morti possibili fra gli studenti”. La ex Difensora del pueblo,
Gabriela Ramirez, ha lanciato l’allarme circa la presenza di minori
giovanissimi, contrattati per vendere le bombe artigianali o per seminare il
caos. Ma, intanto, Amnesty Internacional protesta perché chi attacca in questo
modo la polizia viene deferito ai tribunali militari. Il governo risponde
citando gli articoli di legge che lo prevedono.
Nessun commento:
Posta un commento