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mercoledì 7 marzo 2018

CORPI E FIORIERE



Spara e uccide passante a Firenze. La rabbia dei senegalesi: divelte fioriere, paura in centro

Lunedì 5 marzo

Roberto  Pirrone, un sensantacinquenne grafico italiano con problemi di debiti, (prendendo per buone tutte le sue dichiarazioni del successivo interrogatorio) decide di uccidersi, ma cambia idea ed esce armato per uccidere il primo che incontra.

Uccide  un ambulante senegalese, Idy Diene: non è la prima persona che incontra -sulla sua strada, prendendo sempre per buono ciò che dirà agli inquirenti,  prima ne incrocia altre e le grazia perchè, bontà sua, c'erano dei bambini-, ma il primo 'maschio negro' che incontra...poi continua a passeggiare e viene arrestato.
Siamo a Firenze, la città in cui già furono uccisi per razzismo due senegalesi, Samb Modou e Diop Mor, nel 2011 ad opera del fascista e simpatizzante di Casa Pound Gianluca Casseri.

La comunità senegalese, al terzo omicidio subìto senza motivi concreti, insorge con un corteo spontaneo insieme a compagni italiani verso il Comune, dove il delegato Papa Diaw non riuscirà ad incontrare il sindaco,ma solo in seguito, in Piazza della Signoria e non (badiamo bene all'importanza simbolica della cosa) nel palazzo comunale, l'assessore al welfare, mentre il sindaco parla soltanto con l'ambasciatore senegalese.
Il corteo a quel punto riparte verso la Stazione e blocca il ponte su cui si è consumato il delitto, con qualche piccolo episodio durante il tragitto (vengono rotte un paio di fioriere e poco più), e pronunciando un comunicato contro la penetrazione culturale delle destre: un episodio fortemente politico oltre che, ca va sans dire, di giusto sdegno

Il sindaco Nardella,  anzichè incontrare  la compagna di Idy Diene, Ndeye Rokhaya (che, per una tragica fatalità, è già la vedova di Modou, una delle due vittime di Casseri), derubrica frettolosamente l'omicidio al gesto di un folle, come peraltro molti dei media mainstream, senza ragionare sul fatto che un bianco ha scelto un nero come sua vittima sacrificale, e dunque senza contare che spesso chi ha problemi di mente assorbe l'inconscio sociale che oggi è quello per cui un nero povero è una vita che vale poco, come ha già dimostrato Casseri nella stessa città.
Si indigna però, e qui siamo all'apoteosi del suo razzismo istituzionale,  per l'intollerabile violenza delle fioriere rotte invocando le giuste conseguenze penali per i rei, conseguenze che purtroppo certamente subirà  il compagno (italiano bianco) che gli ha sputato per protesta alla presenza ipocrita in piazza il giorno dopo, quando ormai la bolla era esplosa e non poteva sottrarsi.

Non è una distopia... è il presente!

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