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lunedì 18 giugno 2018

DOVE TIRA IL VENTO?


Risultati immagini per salvini rom censimento

Salvini lancia la nuova parola d'ordine del censimento sui popoli romanì presenti sul solo nazionale  -ammettendo che quelli italiani 'toccherà tenerseli'... se è per questo 'gli toccherà' tenersi pure quelli comunitari, aggiungiamo noi visto che il solerte caporale ha finto di dimenticarlo- e si dimostra ancora il vero premier in pectore: è lui a calamitare continuamente e unilateralmente l'attenzione mediatica e popolare sul governo.
E ci mostra anche quel che già sostenevamo: il salto di qualità di Salvini è quello di mobilitare le masse intorno a parole d'ordine scioviniste e razziste; è un continuo appello alla base e non il mero lavoro di produzione di disegni di legge a cui eravamo abituati. Mobilitare le masse attraverso la 'razzializzazione' (termine che mutuo da un acuto sindacalista USB, Aboubakar Soumahoro) dei problemi, da quello lavorativo, a quello abitativo, a quello criminale, a quello della concezione politica complessivamente antipopolare dell'UE e delle sue applicazioni particolari.
Questo salto di qualità per ora gli fa gioco, perchè in questo modo riesce sempre a calamitare l'attenzione su quelli che lui vuole che siano percepiti come i problemi più gravi, e polarizza contemporaneamente il Paese rafforzando i consensi interni e parlando un linguaggio che oggi piace a molti.
Ma questa tattica, su lunghi tempi, è pericolosa non solo per la tenuta dei legami sociali minimi, ma anche per lui stesso, visto che il consenso si regge solo a breve su tattiche mediatiche, ma ha bisogno, per conservarsi, di strategie a lungo raggio e internamente coerenti, ispirazione che questo governo gialloverde nel suo complesso ci pare non avere, vista anche la continua necessità di cambiare tendenza politica che i Cinque Stelle hanno e che è 'necessità' in quanto intimamente legata alla loro essenza di megafono degli umori popolari anzichè di costruzione degli stessi, come è invece nella natura della Lega di oggi.
Urge domandarsi se a sua volta Salvini abbia una strategia o se navighi a vista per la mera conservazione del potere, e, nel caso si pensi che abbia una strategia (e noi immaginiamo di sì visto che si è mostrato un nemico molto scaltro), quale essa sia.
Questo è un interrogativo che dovremo porci tutti, come singoli e come strutture.
Forse, come spunto iniziale, possiamo pensare che l'obiettivo di Salvini non sia concentrato su questo governo, ma sulla costruzione di un futuro prossimo: egli forse punta a costruire un fronte di destra pura, di tipo lepenista, capace di federarsi con forze simili che esistono nei Paesi UE e che in alcuni casi sono al governo, avendo capito che oggi negli States non c'è più Obama (che preferiva, nella gestione dell'UE, forze liberali sul piano interno) , ma Trump, che non ha minimamente pregiudiziali politiche in merito, anzi è per molti versi in sintonia politica. Come poi, una forte federazione identitaria con inevitabili tendenze protezioniste si porrà per trovare una convivenza con la mobilità dei Capitali di cui il progetto dell'UE (e del capitalismo nella sua fase attuale, UE o meno) necessita, è ulteriore problema sul quale diverebbe ozioso, in quanto poco solido di rigore concettuale ma fecondo di fantasie perlomeno per le nostre capacità, soffermarsi ora
Non sappiamo se questo spunto abbia valenza e quanta, ma, essendoci posti il problema, riteniamo doveroso anche osare un abbozzo minimo di risposta

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