Al di là delle tradizionali mimose, la Festa della donna affonda le sue radici storiche nei primi anni del Novecento e in due paesi politicamente agli antipodi: la Russia e gli Stati Uniti. Nel 1907, allo VII Congresso della II Internazionale socialista di Stoccarda, l’intellighenzia marxista – tra cui Rosa Luxemburg, Clara Zetkin, August Bebel, i russi Lenin e Martov, il francese Jean Jaurès – votò una risoluzione che prevedeva l’impegno dei partiti socialisti per “l’introduzione del suffragio universale delle donne”, escludendo però “le femministe borghesi” che reclamavano il diritto di suffragio. Un anno più tardi, arrivò la risposta dagli Stati Uniti e, per mano della socialista Corinne Brown, il 3 maggio 1908 si tenne a Chicago il primo Women’s Day, in cui si discusse dello sfruttamento dei datori di lavoro nei confronti delle donne, di discriminazioni sessuali e di diritto di voto esteso a tutta la popolazione. Ma come si è arrivati all’8 marzo? Bisogna fare un salto in avanti di quasi dieci anni: l’8 marzo 1917, in pieno conflitto mondiale, le donne di San Pietroburgo guidarono una grande manifestazione per la città, chiedendo la fine della guerra. Questa manifestazione innescò una serie di proteste che portò al crollo dello zarismo e quell’8 marzo restò nella storia come data di inizio della Rivoluzione russa di febbraio.
Nel 1921, la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste scelse quel giorno per celebrare la Giornata internazionale dell’operaia, diventata poi Giornata internazionale della donna.In Italia venne festeggiata per la prima volta l’anno successivo, nel 1922, per volere del Partito Comunista d’Italia. Ma l’ascesa del fascismo, la distanza politica e culturale dalla Russia e l’imminente nuovo conflitto mondiale annacquarono la memoria degli italiani sulle reali origini della festa. Infatti, è opinione comune che l’8 marzo sia stato istituito in ricordo di un rogo in una fabbrica americana, nel quale morirono sopratutto donne – fatto realmente accaduto il 25 marzo 1911 – o come commemorazione di vari movimenti sindacali verificatisi sempre negli Stati Uniti.La mimosa, fiore che fiorisce all’inizio di marzo, divenne il simbolo italiano della Festa della donna a partire dall’8 marzo 1946, si iniziativa di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei, tra le più importanti esponenti del Partito Comunista Italiano.Come ogni anno, in tutte le città italiane si svolgeranno manifestazioni e iniziative per celebrare la Festa della donna: il Ministero per i Beni e le Attività Culturali consente a tutte le donne l’ingresso gratuito ai musei, ville, monumenti e biblioteche del Paese.
2 commenti:
http://www.ilcorpodelledonne.net/?page_id=89
Qua un documentario molto interessante.
Credo che il legame tra lotte di genere e lotte sociali sia quantomai stretto e penso che come precariunited dovremo dare più spazio al problema femminile, nel lavoro e nella società...ma ci stiamo lavorando!!!
Ovvio che oggi si pensa che la riscossa femminile passi per assumere ruoli come il militare o il capitalista...ebbene è il contrario.
Quelli sono lati patriarcali e tipicamente maschili e una donna che pensa di realizzarsi a quel modo ha inconsapevolmente introiettato le categorie maschiliste.
Per una società nuova e libera serve proprio invece l'aspetto più tipico della donna: l'intelligenza emotiva, la sensibilità, l'empatia...tutte caratteristiche nelle società umane hanno sempre latitato.
Per un mondo nuovo siamo noi a dover apprendere dalle donne e non loro a dover imitare i lati peggiori delle attitudini patriarcali.
concordo...la donna deve riappropriarsi della sua ricchezza...le conquiste non sono quelle che la portano a prendere ruoli maschili...ma quelle di affermazione di sè...
roberta
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