http://www.senzasoste.it/economia/siglato-il-fiscal-compact-il-nuovo-trattato-europeo-ispirato-da-draghi
I 25 leader Ue (fuori Gran Bretagna e Repubblica Ceca) hanno firmato il "fiscal compact" o "patto di bilancio", e il presidente Ue Herman Van Rompuy si è detto «molto fiducioso» che gli Stati lo ratificheranno. «Ora avete il compito di convincere i vostri Parlamenti», ha detto Van Rompuy. Tutti contenti, tutti soddisfatti anche se il Patto è l'anticamera di una lunga fase di politiche recessive e rigoriste visto l'impegno formidabile di rientro dal debito che impone: 20 anni per rientrare sotto il tetto del 60 per cento sul Pil. Per l'Italia significa dimezzare la mole del debito pubblico (1900 miliardi di euro), quindi tagliare circa 900 miliardi nel periodo definito, 45 miliardi l'anno. Ecco i punti principali del "patto":
- Uno dei punti fondamentali del "fiscal compact", nome ispirato dal presidente della Bce Mario Draghi che l'ha fortemente caldeggiato per mesi, è il contenimento dei deficit di bilancio. La "regola d'oro" voluta da Angela Merkel, che dovrebbe essere presupposto ad una Germania più generosa nel concedere salvataggi ai Paesi bisognosi, prevede che il rapporto fra deficit e Pil non debba mai superare lo 0,5%. Un livello che appare irraggiungibile per molti Paesi dell'Eurozona. Per questo, l'accordo prevede che, prima che scattino le sanzioni automatiche che avrebbero voluto Berlino e la Bce, i Paesi in deficit possano adottare meccanismi correttivi.
- Sul debito pubblico il Patto ricalca il trattato di Maastricht e che ha gettato le fondamenta dell'euro: i paesi dell'Eurozona devono ricondurlo al 60% del Pil al ritmo di un ventesimo l'anno. Un obbiettivo ambiziosissimo per chi, come la Grecia, punta verso il 150% ma anche per l'Italia, che viaggia intorno al 120%. Per ammorbidirlo, il compromesso trovato è quello di prendere in considerazione fattori "attenuanti": come il livello dell'indebitamento privato e della spesa pensionistica ma al momento sembra solo un palliativo.
- Una volta ratificato, il "Fiscal Compact" dovrà in base agli accordi essere recepito negli ordinamenti nazionali. Fattore, questo, che modifica non poco gli accordi finora presi con il Trattato di Maastricht e con il Patto di Stabilità europeo. L'assorbimento nelle politiche nazionali può significare una recessione prolungata.
- L'accordo raggiunto prevede che potranno ricevere l'assistenza finanziaria del fondo di salvataggio "Esm" solo i Paesi che avranno ratificato il Patto di bilancio. Restano fuori dall'accordo la Gran Bretagna, la Repubblica ceca (anch'essa fuori dall'euro) e l'Irlanda, quest'ultima nella moneta unica: il referendum cui Dublino deve sottoporre il "Compact" è un possibile ostacolo. Non in grado, tuttavia, d'impedirne l'entrata in vigore nel gennaio 2013: saranno sufficienti anche solo 12 ratifiche nazionali.
tratto da http://ilmegafonoquotidiano.globalist.it 3 marzo 2012
Si cominceranno a vedere con marzo gli effetti delle decisioni prese dal governo Monti (che appesantisce quanto già deciso da Berlusconi-Tremonti).
Fin qui avevamo visto, e solo in parte, il blocco delle pensioni, Adesso faremo i conti con la valanga di mini-aggravi delle microtasse già esistenti e del ritorno dell'Ici, anche sulla casa d'abitazione. Tra i capolavori escogitati dai "tecnici" anche la "tassa retroattiva". Un euro qui, dieci là, e la busta paga (di marzo, intanto) si svuota di un bel pezzo di salario. Che non aumenterà più, ci è stato detto sottovoce.
Sottovoce, in modo che ben pochi capissero.
Se qualcuno pensa che siamo "comunisti", pieni di "pregiudizi", ecco qui l'articolo relativo, ripreso da Repubblica, nototriamente sponsor entusiasta di mr. Monti.
tratto da http://www.contropiano.org/ 6 marzo 2012
I 25 leader Ue (fuori Gran Bretagna e Repubblica Ceca) hanno firmato il "fiscal compact" o "patto di bilancio", e il presidente Ue Herman Van Rompuy si è detto «molto fiducioso» che gli Stati lo ratificheranno. «Ora avete il compito di convincere i vostri Parlamenti», ha detto Van Rompuy. Tutti contenti, tutti soddisfatti anche se il Patto è l'anticamera di una lunga fase di politiche recessive e rigoriste visto l'impegno formidabile di rientro dal debito che impone: 20 anni per rientrare sotto il tetto del 60 per cento sul Pil. Per l'Italia significa dimezzare la mole del debito pubblico (1900 miliardi di euro), quindi tagliare circa 900 miliardi nel periodo definito, 45 miliardi l'anno. Ecco i punti principali del "patto":
- Uno dei punti fondamentali del "fiscal compact", nome ispirato dal presidente della Bce Mario Draghi che l'ha fortemente caldeggiato per mesi, è il contenimento dei deficit di bilancio. La "regola d'oro" voluta da Angela Merkel, che dovrebbe essere presupposto ad una Germania più generosa nel concedere salvataggi ai Paesi bisognosi, prevede che il rapporto fra deficit e Pil non debba mai superare lo 0,5%. Un livello che appare irraggiungibile per molti Paesi dell'Eurozona. Per questo, l'accordo prevede che, prima che scattino le sanzioni automatiche che avrebbero voluto Berlino e la Bce, i Paesi in deficit possano adottare meccanismi correttivi.
- Sul debito pubblico il Patto ricalca il trattato di Maastricht e che ha gettato le fondamenta dell'euro: i paesi dell'Eurozona devono ricondurlo al 60% del Pil al ritmo di un ventesimo l'anno. Un obbiettivo ambiziosissimo per chi, come la Grecia, punta verso il 150% ma anche per l'Italia, che viaggia intorno al 120%. Per ammorbidirlo, il compromesso trovato è quello di prendere in considerazione fattori "attenuanti": come il livello dell'indebitamento privato e della spesa pensionistica ma al momento sembra solo un palliativo.
- Una volta ratificato, il "Fiscal Compact" dovrà in base agli accordi essere recepito negli ordinamenti nazionali. Fattore, questo, che modifica non poco gli accordi finora presi con il Trattato di Maastricht e con il Patto di Stabilità europeo. L'assorbimento nelle politiche nazionali può significare una recessione prolungata.
- L'accordo raggiunto prevede che potranno ricevere l'assistenza finanziaria del fondo di salvataggio "Esm" solo i Paesi che avranno ratificato il Patto di bilancio. Restano fuori dall'accordo la Gran Bretagna, la Repubblica ceca (anch'essa fuori dall'euro) e l'Irlanda, quest'ultima nella moneta unica: il referendum cui Dublino deve sottoporre il "Compact" è un possibile ostacolo. Non in grado, tuttavia, d'impedirne l'entrata in vigore nel gennaio 2013: saranno sufficienti anche solo 12 ratifiche nazionali.
tratto da http://ilmegafonoquotidiano.globalist.it 3 marzo 2012
Si cominceranno a vedere con marzo gli effetti delle decisioni prese dal governo Monti (che appesantisce quanto già deciso da Berlusconi-Tremonti).
Fin qui avevamo visto, e solo in parte, il blocco delle pensioni, Adesso faremo i conti con la valanga di mini-aggravi delle microtasse già esistenti e del ritorno dell'Ici, anche sulla casa d'abitazione. Tra i capolavori escogitati dai "tecnici" anche la "tassa retroattiva". Un euro qui, dieci là, e la busta paga (di marzo, intanto) si svuota di un bel pezzo di salario. Che non aumenterà più, ci è stato detto sottovoce.
Sottovoce, in modo che ben pochi capissero.
Se qualcuno pensa che siamo "comunisti", pieni di "pregiudizi", ecco qui l'articolo relativo, ripreso da Repubblica, nototriamente sponsor entusiasta di mr. Monti.
tratto da http://www.contropiano.org/ 6 marzo 2012
3 commenti:
Come sappiamo bene oggi c'è lo sciopero/manifestazione della Fiom, con tutto quel che è poi successo (mancata delegazione del Pd approfittando della presenza dei No Tav).
Ho preferito non parlarne sia perchè alcune cose erano state dette in settimana, sia perchè sarebbe bene valutare a sciopero avvenuto, oppure in corso e se magari, non essendo domani giornata di volante rossa, qualcuno dei precari trova qualcosa sarebbe bene.
Ho dunque preferito tornare sulle manovre allucinanti (già anticipate da Ilic in un commento...a proposito vi saluta e si farà al più tardi la prossima settimana) che questo governo, eseguendo gli ordini della finanza, sta approntando.
Con il trattato Esm i paesi aderenti, compresa l'Italia, dovranno negoziare, non in qualità di Stati sovrani ma di soci e di debitori, scelte di politica nazionale al fine di ottenere la liquidità necessaria per evitare il default.
La pericolosità di tale scelta per i cittadini europei è riscontrabile nelle trattative con il governo greco: organismi internazionali (troika) mirano a sostituirsi alle istituzioni nazionali imponendo ai rappresentanti politici la firma di un documento che attribuisce il peso della crisi alla popolazione, in cambio dell'assistenza finanziaria necessaria per pagare il debito in scadenza. Taglio delle pensioni, riduzione dei salari minimi e privatizzazioni, queste sono misure di austerità che scavalcano i sistemi democratici e che tolgono ai cittadini la possibilità di poter attuare politiche di sviluppo economico in grado di contrastare la finanza speculativa.
L'ESM intende operare come un qualsiasi istituto finanziario, erogando prestiti, rivolgendosi al mercato per potere soddisfare le richieste di concessione di denaro al fine di ottenerne un profitto.
I membri dell'istituzione finanziaria ESM, compresi quelli dello staff, sono immuni da procedimenti legali in relazione ad atti da essi compiuti nell'esercizio delle proprie funzioni. L'ESM gode inoltre di una incomprensibile “inviolabilità” dei documenti." e i procedimenti e la documentazione inerente gli strumenti di debito” “non possono essere oggetto di perquisizione, sequestro, confisca,
esproprio e di qualsiasi altra forma di sequestro o pignoramento derivanti da azioni
esecutive, giudiziarie, amministrative o normative”.
Una economista sicilia sta raccogliendo le firme per una mozione popolare contro la decisione arbitraria del governo di aderire all ESM. Potete trovare la petizione su http://www.palermoreport.it/images/stories/pdf/esm_mozione.pdf.
Non credo questo sarà sufficiente a fermare questi criminali in azione, ma quanto meno possiamo far sentire al potere che ci siamo e che gli occhi li teniamo ben aperti, nonostante la costante azione di cloroformizzazione a cui siamo sottoposti.
Laliena Tah.
Bellissimo commento e assolutamente dettagliato.
Ancora una volta la dimostrazione che anche in Europa siamo entrati nella Quarta Guerra Mondiale, quella del Capitale contro l'Umanità e i Popoli, come disse Marcos.
Firmare non risolverà nulla, maq non costa neppure nulla... ;-)
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