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martedì 31 luglio 2012

Milano: “Ci hanno assediato coi camion all’alba”



 
 La Jabil, mutinazionale americana di Cassina Dè Pecchi (Milano), quattro anni fa ha rilevato i lavoratori da Nokia per produrre ponti radio. Dopo due anni di cassa integrazione ordinaria ed un anno di cassa straordinaria arrivano i licenziamenti per oltre 400 lavoratori. La multinazionale americana decide di delocalizzare la produzione lasciando senza reddito intere famiglie. Alle proteste dei lavoratori e delle lavoratrici, che da oltre un anno sono in presidio permanente davanti ai cancelli dell’azienda , la Jabil risponde con lo sgombero del presidio. Venerdi 27 luglio le forze dell'ordine sono intervenute con sei camionette a sostegno del personale Jabil, entrato nell'area dello stabilimento sulla Padana superiore con due camion e sei muletti per prelevare e portare via i componenti per la produzione di ponti radio.
Ad accoglierli c'erano un centinaio di operai sostenuti da una quarantina di compagni dei centri sociali. Dopo una piccola carica i lavoratori si son dovuti fare da parte ma la missione dei facchini Jabil si è rivelata un flop, perché nel magazzino hanno trovato solo pochi scatoloni di scarso interesse.
Sono stati momenti di forte tensione, ecco il racconto di Anna Lisa, che lì vive da un anno:
È ancora buio quando arrivano i manovali pagati dalla Jabil scortati dalle forze dell’ordine. Sembra un’azione condotta per arrestare un boss della mafia, mentre qui ci sono solo mamme e operaie rimaste a difendere il lavoro. Tutti intorno alla fabbrica ci sono blindati, camionette, jeep, la statale è bloccata e nessuno potrebbe raggiungerci per aiutarci. Dai palazzi di fronte la gente osserva alle finestre, e con noi urlano: “Bastaaaa!”. Intanto anche un operaio è salito sul tetto, col megafono, e urla: “Non siamo noi i delinquenti da arrestare, stiamo solo difendendo il nostro lavoro!”
Ma perché l’azienda ha deciso oggi di portare via i macchinari, oggi che finalmente c’è un protocollo d’intesa approvato da Comune, Regione e Ministero per il rilancio del sito? Perchè Jabil ci vuole schiacciare in questo modo? I loro camion se ne sono andati con le pive nel sacco, caricando solo un po’ di fornitura, per lo più obsoleta. Scortati dalla polizia con sette camionette su un cancello e sei sull’altro, aprendosi un varco nel picchetto, sono entrati una dozzina di manovali con un pullman, un camion con quattro carrelli elevatori, e un grosso camion da carico.
Sui cancelli il picchetto degli operai ha resistito a lungo alla pressione fisica delle forze dell’ordine, con diversi contusi ma nessun ferito grave. Mentre il pullman e i camion raggiungevano il magazzino gli operai hanno scavalcato l’inferriata che circonda la fabbrica, sono entrati nel cortile, un gruppetto è salito sul tetto, mentre tutti gli altri come una ragnatela si sono stretti intorno agli uomini al soldo di Jabil, venuti a portare via i macchinari rimasti in fabbrica. Sono rimasti delusi: in magazzino non c’era quel che andavano cercando, solo un paio di scatoloni.
La rete operaia, ha poi impedito che il commando Jabil dilagasse in altri reparti, usando i carrelli elevatori per avviare uno smembramento della fabbrica che rimarrà solo nei loro sogni. Il permesso alla polizia per invadere l’area è stato concesso da Nokia Siemens – proprietaria dei capannoni di Jabil – e in cambio avevano chiesto che il presidio si limitasse solo all’esterno del perimetro. Visto il risultato dell’operazione di forza lo scambio è risultato impraticabile, ma per tutta la mattinata hanno cercato d’impedirci perfino l’uso dei bagni della fabbrica. C’è voluta una successiva mobilitazione per conquistarci il diritto a fare i nostri bisogni. L’inciviltà di questa azienda si misura anche da questo.
Gli operai e i lavoratori ex Jabil ringraziano i loro sostenitori per la solidarietà concreta dimostrata anche in questa occasione. Saluti dalla Jabil occupata.

di Anna Lisa Minutillo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

SONO BRUNACCIO.

L'esercito di riserva del capitale, il sottoproletariato, è sicuramente pronto a tutto per la crisi, e i padroni se ne approfittano.
Una storia vergognosa che vede di nuovo la Nokia in prima fila...

Anonimo ha detto...

..pena solidarietà ai compagn@ protagonisti di questa vicenda..

massimino