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domenica 29 luglio 2012

SUNDAY MAGAZINE

                
L'ignoranza è una benedizione, ma perché la benedizione sia completa l'ignoranza deve essere così profonda da non sospettare neppure se stessa.

(E.A. Poe)

CONTRIBUTO DI ROBERTA (E ALESSANDRO)


I rami del noce.
Il grande noce svettava maestoso nella campagna solitaria, un mare infinito di spighe acerbe, che ondeggiavano in un gioco di riflessi verde-argento punteggiati dal rosso accecante dei papaveri.
Il vento trascinava pigramente alcune nuvole candide nell’abisso azzurro rovesciato sopra la terra, e faceva sussurrare i possenti rami del noce: il fruscio copriva la voce di due angeli, che si erano posati lì, in attesa di quello che stava per accadere.

Erano due angeli custodi: le anime a loro affidate, quelle di due giovani innamorati, erano appena volate via, strappate dalla furia cieca dei familiari che avevano ucciso i due ragazzi: una tragedia insensata che oscurava  gli sguardi e i cuori degli abitanti di tutto il paese.
Gli angeli erano mesti, non per i due giovani, che adesso erano nella pace e nella luce, ma per se stessi: era sempre triste dover lasciare i loro protetti, dopo che avevano condiviso anni di di risate, lacrime, di amori e tormenti, notti di sogni e progetti, giorni di rabbia e di dolcezza.
Adesso attendevano: due donne stavano per partorire, due bambini stavano per nascere, in due case molto diverse: gli angeli si preparavano a raggiungerli .

“Il bambino che è stato scelto per me “ disse il primo angelo “ diventerà un uomo giusto e generoso: guadagnerà bene col proprio lavoro e aiuterà i suoi amici, sarà un marito e un padre amorevole e un modello per i suoi conoscenti…sono contento di accompagnarlo sulla via della saggezza e della rettitudine!”

“ La mia felicità è più grande della tua” rispose l’altro ” Il bambino che sto per raggiungere avrà una vita triste e tormentata, pochi amici e nessuna famiglia…Farà tanti errori, conoscerà la solitudine e la miseria, non saprà legare a sé una donna...Finirà vecchio e solo, e alla fine della sua esistenza si volterà a guardare indietro e verserà tante lacrime infuocate…”
“Come puoi gioire di questo! “ ribatté il primo angelo: “ ti aspetta un compito duro e ingrato… Fossi in te sarei molto triste…”
L’altro sorrise, illuminando le foglie del noce, come solo un angelo sa fare :
“Gioisco perché so che al mio protetto potrò dare tutta la mia forza e il mio amore. Ad avere più  bisogno di noi non sono le persone giuste e felici: loro hanno già tanto…
Sono invece le persone fragili, sole, tormentate coloro che dobbiamo amare di più, e se alla fine della loro esistenza sapranno guardare in se stessi e trovare un barlume di luce, allora potremo essere davvero felici della nostra missione…la nostra felicità , ricordalo, è nella strada che possiamo tracciare e nell’amore che possiamo donare, proprio a chi ne ha ricevuto di meno…”

“ Si vede che sei più saggio di me” convenne il primo angelo” allora è per questo che a me è stato affidato il compito più facile! Adesso devo andare: mancano pochi istanti prima che la donna dia alla luce il bambino, sarò lì ad accoglierlo…”
Volò via: l’altro angelo invece aveva ancora un po’ di tempo, e si librò alto sopra la chioma del noce, ad ammirare la danza dei papaveri tra le spighe, sotto l’abisso azzurro screziato di nuvole candide.


nella vita non si deve star vicino
solo a chi sta bene ed è felice
si deve stare più vicino a
chi non sta bene e ha bisogno d'aiuto


CONTRIBUTO DI TRANSIT




Tristezza.
E abbandono.

Impotenza.
E sconfitta.

Umana Paura
E'la solitudine.

Fortezza,
La perditezza del sé di massa.

Oltre i confini,i loculi
manomessi.

E, in un mare di fogna,
i bambini guizzano le tenebre. 

I padri ai figli tacciono
la quotidiana tangente


impera.
a tacitar veleno la notte.

Le stelle reggono la grata,
e, la luna 

viandante,
l'immoto ingravida.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

http://blog.libero.it/ANGELFREE/commenti.php?id=320641&msgid=11472289&ssonc=869425653#comments

il mio nuovo racconnto...
buona domenica!
roberta

Anonimo ha detto...

SONO BRUNACCIO.

Ciao Roberta, oggi sono di gran fretta.
Domani leggerò, dirò la mia, e pubblicherò sul post.

Transit ha detto...

Tristezza.
E abbandono.

Impotenza.
E sconfitta.

Umana Paura
E'la solitudine.

Fortezza,
La perditezza del sé di massa.

Oltre i confini,i loculi
manomessi.

E, in un mare di fogna,
i bambini guizzano le tenebre.

I padri ai figli tacciono
la quotidiana tangente

impera.
a tacitar veleno la notte.

Le stelle reggono la grata,
e, la luna

viandante,
l'immoto ingravida.

Anonimo ha detto...

SONO BRUNACCIO.

Roberta,
vedo che hai cambiato sito, hai scritto un racconto a due mani e hai cambiato anche genere: racconto-parabola molto asciutto, sintetico ma allo stesso comunicativo e molto umano.Molto bello; lo inserirei tra i minima moralia!
Vedo che ultimamente stai toccando il tema degli angeli, e allora visto che siamo in tema religioso mi allaccio al tuo racconto con questa citazione a cui il tuo scritto mi rimanda: 'Non sono i sani che hanno bisogno del medico; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori'


Transit,
un Transit molto ermetico, che associa parole-suoni a sensazioni e che sa evocare comunque molto bene il pensiero che sta dietro.
Sei sempre una conferma!

Transit ha detto...

Robertina: scrivere, scrivere e riscrivere. I risultati sono già in essere. Ecco,adesso per parlare con te e avere il tuo autografo devo mettermi in fila: che scocciatura, da parte mia, quando la fama e il successo raggiungono qualcuno che conosci.

Eh, davvero un altra cosa la Roberta di una volta. E' da tanto che sei sempre in giro tra le varie presentazioni dei tuoi libri.

Brù: sulla strada del critico letterario già ci sei e anche con grande acume. Però, ho saputo che i più maggiori quotidiani nazionali e gli stessi scrittori famosi chiedono a gran voce e con lauti compensi, le tue recensioni.

Già vedo appena nella curva alla fine della strada l'edificio della tua prossima futura casa editrice.

Ormai i Sunday Magazine domenicali dai soliti vecchi 4 commenti siamo passati ai 40 e addirittura a quelli di ieri a ben 400: beh, credo che a Roberta e a me, ogni tanto una birra, un caffè e una fetta di torta potresti anche sganciarla.

Noi qui ogni domenica a stare chiusi in casa a sudare e a sgobbare sulle pagine bianche per il vecchio glorioso e sempre interessante Sunday Magazine e tu a riempire il tuio l'armadio di gloria.

Cosa direbbe Chinaski-Bukowski?
Forse, attraverso i suoi personaggi-racconti,indirettamente,direbbe:
Fanculo Capitalismo. Fanculo Capitalismo iper liberista. E, fanculo alta-bassa finanza speculativa sulla pelle degli ultimi, comprese le aristocrazie operaie.

Pigliamocelo stò caffè, dai.

transit ha detto...

Me ai pensieri ci faccio dei discorsi che i pensieri mi guardano e ci rimangono di stucco. Poi, anche io cerco di vederci chiaro e allora prendo le distanze da questi pensieri che sono come i cani che quando li accarezzi ti leccano. Allora i pensieri si intimidiscono un poco oppure sono indecisi, mentre i pensieri diventati di stucco io li posso guardare in faccia per ore, giorni, mesi, anni. Poi, basta, passo appresso come i post dei blog. Però i pensieri più insidiosi che mi uccidono la salute sono i pensieri dialettici che somigliano alle catene e alle anguille: imprigionano o sgusciano. Quando i pensieri mi vengono vicino mi carezzano, mi trascinano, mi esaltano, mi buttano giù, mi baciano e così tra una chiacchiera e l'altra ci facciamo pure una passeggiata lungo il mare.

Anonimo ha detto...

ciao, tendo a precisare che il racconto è scritto interamente da me:Alessandro è il titolare del blog che lo ha pubblicato :)
sì in effetti sono in un periodo angelico ihihihhi

beh ovviamente per me il racconto è metaforico...ciao

Anonimo ha detto...

ps : a transit non posso che rinnovare i complimenti...ciao :)
roberta