Testo

Tel. 3319034020 - mail: precariunited@gmail.com

venerdì 24 agosto 2012

LE AGENZIE DI RATING STANNO CON MONTI

da il manifesto.it
FRANCESCO PICCIONI
CRISI - CAPITALE&LAVORO - Il partito delle agenzie di rating vota per il governo Monti
Le previsioni delle agenzie Moody's e Fitch vedono l'Italia al "giro di boa" già nel 2013. Ma leggendo il rapporto qualcosa non torna: sperticati elogi a Monti ma previsioni di crescita basse per il prossimo anno. E una considerazione: la linea intrapresa dal governo sarebbe l'unica in grado di portare l'Italia fuori dalle secche della crisi globale.Ecco dove era nascosta la «luce in fondo al tunnel» che prima Mario Monti e poi Corrado Passera hanno asserito negli ultimi due giorni d'aver visto. Non c'entrava la fede (parlando di fronte alla platea di Cl, a Rimini, poteva anche sembrarlo), ma i report di Moody's e Fitch resi noti ieri mattina, il cui contenuto doveva essere in qualche modo esser stato anticipato al governo.
I siti dei media che sostengono il governo hanno immediatamente enfatizzato la notizia annunciando la buona novella. Titoli come «Italia fuori dalla crisi nel 2013» si sono sprecati. A leggere i rapporti, però, viene fuori qualcosa di molto diverso. E meno allegro.
Intanto, viene spiegato che la crisi del debito europeo, «nel migliore dei casi è solo a metà strada», anche se tutti i paesi in difficoltà hanno intrapreso la strada del rigore di bilancio e delle «riforme strutturali». Dopo di che vengono distinti due gruppi di Piigs: quelli che stanno relativamente meglio (Italia, Spagna e Portogallo) e quindi possono aspirare a girare la boa già il prossimo anno; e quelli che debbono lavorare molto più a lungo (Irlanda e ovviamente Grecia), costretti perciò a raggiungere il fondo soltanto nel 2016. Non proprio un buon augurio.
Per quanto riguarda il nostro paese, non si capisce da dove venga la previsione che «l'Italia potrebbe vedere tornare nel 2013 la dinamica del Pil a livelli pre-crisi», dato che il tasso di crescita per quell'anno dovrebbe rimanere «fra lo 0% e il -0,5%». Aggravando in recessione, dunque, altro che «recuperare i livelli pre-crisi».
Anche per quanto riguarda l'evoluzione dei prossimi mesi, entrambe le agenzie di rating non lasciano margini: «c'è un considerevole livello di rischio associato con l'implementazione di queste riforme che può essere mitigato solo da una forte impegno a livello nazionale e dalla capacità di controllare e dirigere il processo di riforma» con l'aiuto esterno (Bce, Ue, Fmi: la troika che ha devastato la Grecia). Nessuno scostamento dal percorso intrapreso, insomma, o «potremmo vedere ulteriori tagli del rating». Anzi, lo stesso Monti - che pure viene accreditato di «tantissima credibilità» - viene rudemente invitato a far «vedere ulteriori progressi entro la fine dell'anno». Altrimenti...
Perché allora i fan del governo «tecnico» fanno tanto gli ottimisti? Per una buona ragione: il direttore operativo di Fitch, nello spiegare il rapporto, ha fatto coincidere il «massimo rischio» per l'Italia con la fine del mandato di governo di Monti & co. Un modo nemmeno tanto ellittico, e sicuramente minaccioso, di dire che questo modo di governare e queste «riforme» sono l'unica possibilità di evitare di tornare sotto attacco.
Sulla serietà delle analisi di queste agenzie si potrebbe ricordare il consiglio di Mario Draghi, un anno e mezzo fa, davanti al Pm di Trani: «bisogna fare a meno delle agenzie di rating: sono altamente carenti e discreditate». Su almeno due versanti. Sul piano proprietario, sono partecipate da grandi banche o gruppi finanziari su cui sono chiamate a esprimere i loro temuti «giudizi» (come se Berlusconi dovesse valutare Mediaset). Moody's, per esempio, vede come azionista principale Warren Buffett - l'«oracolo di Omaha» - che risulta anche tra i principali grandi elettori di Barack Obama. Una crisi europea, che inevitabilmente trascinerebbe con sé gli Usa (già non in buona salute per proprio conto, vedi il report di S&P), in piena campagna elettorale non sarebbe la cosa più gradita.
Anche sul piano metodologico le carenze balzano agli occhi. Il report di Moody's si dilunga in un paragone con le crisi degli anni '90 di Svezia e Finlandia, dimenticando che - oltre a «riforme» che in quel caso non hanno granché intaccato il tradizionale welfare scandinavo - quei due paesi potevano agire anche sulla svalutazione delle loro monete. Mentre i nostri Piigs attuali, ovviamente, no. Non è un dettaglio secondario, ma uno strumento di politica monetaria - nell'Italia democristiana - a lungo piuttosto efficace.
Le piazze finanziarie hanno comunque colto soprattutto il segnale-chiave: le agenzie di rating consigliano di non continuare a speculare contro l'Europa, per ora. In più, si attende una mossa decisiva della Bce sugli spread, anche se la Germania sta gridando da giorni il proprio disaccordo. Quindi buoni guadagni sul mercato azionario (Milano +"%) e spread al minimo degli ultimi mesi per i bond italiani e spagnoli. Per «uscire dalla crisi», invece, con un piede sul tubo dell'ossigeno, ci vorranno ulteriori «sacrifici» e tanto, tanto tempo.

2 commenti:

Massimo Campus ha detto...

E' logico. Con chi volete che stessero? Le aziende di rating difatti SONO il governo Monti. L'hanno messo apposta dove si trova.

Anonimo ha detto...

SONO BRUNACCIO.

Ilic con poche parole ha centrato il succo del discorso.
Monti è il missus dominicus del capitalismo finanziario internazionale che trova espressione nel gruppo Bilderberg e nella Trilateral, di entrambi i quali Monti è membro.
Attenzione, non sono discorsi complottisti: questi due enti esistono davvero e basta cercare su google per saperne un po' (semmai la deriva complottista è pensare che siano diretti da oscuri gruppi giudaico-massonici che agiscono nell'ombra, tipo gli Illuminati, che sono esistiti davvero ma che ormai hanno un alone leggendario).

Ci sarebbe molto da dire sul contrasto tra borghesie transnazionali finanziarie e borghesie produttive, e di come la fine del fordismo abbia mutato i consumi e costumi di massa (e noi di Senigallia, vedendo il turismo, dovremmo intuire subito qualcosa).
Appena avrò più tempo, presumibilmente ad inizio settembre, magari scriverò qualche riga direttamente su un post specifico, limitatamente a quelle che sono le mie capacità.