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lunedì 25 febbraio 2013

LA VITTORIA DEI FACCHINI DI ANZOLA

Sciopero ad oltranza con astensione totale dall’attività lavorativa di tutti i lavoratori della Aster Coop contro i licenziamenti, lo sfruttamento e il caporalato. Blocco completo di tutte le merci in entrata e uscita. La lotta per i diritti e la dignità riscalda una giornata fredda sotto la neve. Centrale Adriatica è responsabile sodale con la sedicente cooperativa di anni di politica di risparmio sulla pelle degli operai che si spezzano la schiena per meno di mille euro al mese.
I tre lavoratori che erano stati licenziati saranno reintegrati e verrà abolito il periodo di prova per i soci. E’ il risultato ottenuto dalla lotta messa in campo dai facchini della Centrale Adriatica di Anzola dell’Emilia, in provincia di Bologna, contro la cooperativa Aster. Dopo due giorni di blocchi, questa mattina le condizioni poste dai facchini sono state accettate dal presidente del Consiglio di gestione di Aster. La soddisfazione di una delle lavoratrici che era stata licenziata, Maria Rosa: “Si e’ risolto tutto, per fortuna. Dobbiamo ringraziare i Cobas che ci hanno aiutato molto”

da http://www.operaicontro.it/?p=9755707806A trasformare una giornata di lotta in una festa irrefrenabile è un semplice pezzo di carta. Sei righe in tutto in cui Astercoop, la cooperativa che gestisce il magazzino centrale di Coop Adriatica, si impegna a riassumere i tre lavoratori licenziati nei giorni scorsi, e a confermare tutti i facchini ancora in periodo di prova.
Dopo il cambio di appalto dello scorso dicembre i facchini, alcuni dei quali con oltre 10 anni di anzianità lavorativa sulle spalle, si erano visti imporre un periodo di prova di tre mesi e un cambio di contratto (dal commercio ai trasporti-logistica) che di fatto ha assottigliato le buste paga in media tra i 100 e i 200 euro lordi. Due giorni fa la goccia che ha fatto traboccare il vaso: con una semplice comunicazione Astercoop ha deciso per l’esclusione di tre soci “in prova”. In pratica un licenziamento in tronco, e per giunta nemmeno motivato. Ad andarci di mezzo anche Maria Rosa, ex sindacalista Cisl con molti problemi di salute. “In questo magazzino ci lavoro dal 2002 – ha spiegato la signora Maria – eppure mi hanno comunicato di avermi ritenuta non idonea a ricoprire la qualifica di socia cooperatrice”. Da lì sono partite le proteste, i presidi, i picchetti e l’intervento, ieri sera, delle forze dell’ordine in tenuta anti sommossa. Un braccio di ferro che alla fine ha piegato non solo Astercoop, costretta a tornare sui propri passi, ma anche Coop Adriatica. Sulla vicenda il gigante cooperativo ha tenuto un bassissimo profilo e, evidentemente, non ha voluto affrontare un altro blocco totale della distribuzione come quello dello scorso novembre. Con tutte le conseguenze logistiche e mediatiche che ne sarebbero seguite.

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