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venerdì 19 settembre 2014

SOBIBOR, VIENE ALLA LUCE L'ULTIMO TASSELLO DELLA SHOAH

Il negazionismo del genocidio nazista nei campi di sterminio sostiene che non esistono prove delle camere gas oltre a non esistere un ordine diretto scritto di Hitler.
Attraverso questi due elementi, peraltro spiegabilissimi e spiegati; atraverso qualche discrepanza interna dei testimoni, anche questa spiegabilissima data l'estrema arbitrarietà del lager, la scarsa conoscenza del meccanismo che i prigionieri avevano, e lo stato di choc; attraverso qualche elemento ancora poco chiaro delle modalità di esecuzione e smaltimento dei corpi,esso avanza la teoria pesudoscientifica per cui i lager fossero normali organismi concentrazionari in cui ci furono molti morti per cause fisiche, tipo malnutrizione o tifo, e non organismi di sterminio, e che dunque la mole immensa di testimonianze sia viziata da qualche complotto giudaico.
Teoria pesudoscientifica perchè viola il principio di parsimonia: ovvero, per spiegare una discrepanza in una teoria, introduce una teoria alternativa molto più balzana e di difficile tenuta logica: si deve postulare che ci sia una centrale che ha organizzato la menzogna e che ha pagato e organizzato tutti i testimoni e tutte le persone vicine ai testimoni stessi senza che vi sia una e una sola prova, al di là dell'assurdo logico, di questo complotto. Dunque i negazionisti chiedono prove che non mostrano essi stessi per primi, nemmeno a supporto delle loro tesi assurde, quando metodo vuole che proprio ad affermazioni straordinarie debbano corrispondere prove straordinarie.Ora però sembra proprio che ci sia anche la prova fisica, ma sappiamo che gli 'storici' negazionisti, che definiscono ipocritamente se stessi come revisionisti, si inventeranno qualche contorsione mentale per dirci che quella non era una camera a gas, e continuare così nelle loro menzogne, o, peggio, per giustificare a se stessi il proprio antisemitismo...perchè la cosa allucinante è che molti di loro credono davvero alle assurdità che scrivono.
da la stampa

AI termine di sette anni di scavi con gli strumenti più avanzati dell'archeologia, una task force del Museo Yad VaShem di Gerusalemme ha ritrovato nel sottosuolo della Polonia una delle camere a gas del campo di sterminio di Sobibor, contribuendo a portare alla luce un tassello della Shoah che i nazisti tentarono di occultare distruggendolo e piantandovi sopra nel 1943 un'intera foresta. David Silberkland, capo delle ricerche a Sobibor, ha lavorato sulla base dei frammenti di testimonianze dei pochissimi sopravvissuti da uno dei Lager creati dai nazisti con l'unico scopo di mettere a morte il numero più alto di ebrei nei tempi più rapidi possibili. «Sobibor fu costruito nel 1942 dalla Germania nazista per portare a termine la totale eliminazione degli ebrei polacchi e in pochi mesi, assieme agli analoghi Lager di Treblinka e Belzec, sterminò quasi due milioni di ebrei» spiega Marcello Pezzetti, storico della Shoah nonché autore alla fine degli anni Ottanta della scoperta della prima camera a gas di Auschwitz. II fine di Sobibor è unicamente la messa a morte degli ebrei e non c'è dunque un campo di lavoro a fianco della struttura di sterminio, come avviene ad Auschwitz e Majdaniek. Ciò significa che il campo è composto solo di quanto serve a uccidere: la rampa per i treni con i deportati, le camere a gas per uccidere gli ebrei arrivati e le fosse comuni per seppellirli. La durata media di sopravvivenza di un ebreo a Sobibor è stimata in un'ora e mezza. Gli unici che riescono a vivere più a lungo - poche settimane - sono i deportati usati dai tedeschi per far funzionare il Lager: svolgono tutti le mansioni che ad Auschwitz spettano ai «Sonderkommando» che fanno funzionare i forni crematori. I ritmi dello sterminio sono forsennati. «Sobibor è il buco nero della storia del mondo» riassume Pezzetti, perché «è qui che si comprende cosa fu davvero lo sterminio degli ebrei». Inaugurato a maggio del 1942, ha 3 camere a gas che funzionano senza interruzione, i corpi delle vittime vengono sepolti e a giugno il ritmo dei treni è tale da far cedere il terreno sotto la ferrovia.
Gli arrivi - la rampa accoglie 11 vagoni piombati - riprendono a pieno regime in ottobre e con l'inizio del 1943 le camere a gas raddoppiano, diventando sei. Nell'ottobre di quell'anno un gruppo di deportati ebrei russi - ex soldati dell'Armata Rossa - decide di tentare la rivolta unendosi ad altri prigionieri. I tempi per agire sono molto stretti ma riescono a sorprendere i tedeschi, fuggendo in 300. Solo 50 di loro sopravvivono, diventando gli unici testimoni esistenti del «campo di messa a morte» dove in una manciata di mesi perdono la vita 250 mila ebrei. La reazione dei tedeschi alla rivolta è di distruggere il Lager perché lo sterminio degli ebrei polacchi oramai è compiuto e la pressione dei partigiani cresce: Sobibor viene completamente distrutto - al pari di Belzec e Treblinka - le camere a gas sotterrate e migliaia di corpi riesumati per essere bruciati. L'intento è cancellare ogni prova: per questo viene anche piantata una foresta di alberi sul terreno colmo di resti umani, con tanto di una falsa fattoria nominata «Sobibor» proprio per rendere non credibili le eventuali testimonianze dei pochissimi scampati. Il ritrovamento della camere a gas costituisce dunque uno dei risultati più importanti di Yad VaShem, il museo-memoriale della Shoah di Gerusalemme. «Le abbiamo trovate vicino a un pozzo dove i tedeschi avevano gettato resti umani e oggetti dei deportati, come un anello nuziale con la scritta rituale "At Mekudeshet Li" (Tu mi sei consacrata)», ha raccontato l'archeologo Yoram Haimi, confessando «sorpresa» per «le dimensioni delle camere a gas e il livello di preservazione degli ambienti».
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da http://www.gariwo.net/pagina.php?id=11456
Sobibor
Dopo Treblinka, Sobibor. Nell’aprile 2014 erano stati ritrovati i resti del lager a pochi chilometri da Varsavia, raso al suolo dai nazisti nel 1943 per cancellare le prove di quanto avvenuto tra le baracche. Ora, dopo sette anni di ricerche, un gruppo di archeologi guidati dal Museo di Yad Vashem di Gerusalemme ha scoperto nel sottosuolo della Polonia le camere a gas del campo di sterminio di Sobibor.
Il lager fu costruito nel 1942, con l’unico scopo di eliminare la popolazione ebraica. Non c’è spazio per le baracche e i campi di lavoro a Sobibor, ma solo per gli strumenti e le strutture necessarie allo sterminio. Ecco quindi i binari e le rampe per i treni che trasportavano gli ebrei, le camere a gas per ucciderli e le fosse comuni dove seppellirli. Solo chi è chiamato a svolgere i compiti che ad Auschwitz spettano ai Sonderkommando - ovvero chi deve far funzionare i forni crematori - riesce a sopravvivere qualche settimana; gli altri restano in vita in media un’ora e mezza da quando mettono piede nel campo.
“Sobibor è il buco nero della storia del mondo - ha dichiarato Marcello Pezzetti, storico della Shoah - perché è qui che si comprende cosa fu davvero lo sterminio degli ebrei”.
Così come avvenne per Treblinka, anche a Sobibor i nazisti cercarono di cancellare le prove dell’esistenza del campo. A Sobibor, in particolare, questo divenne necessario nell’ottobre 1943, in seguito alla rivolta di alcuni detenuti - specialmente ebrei russi. Circa trecento di loro riuscirono a scappare - anche se solo 50 sopravvissero alla guerra - diventando testimoni dell’orrore a cui avevano assistito.
I nazisti quindi decisero di distruggere il campo, sotterrando le camere a gas e bruciando i corpi delle vittime. L’area venne addirittura coperta da una foresta di alberi e da una finta fattoria, nel tentativo di smentire eventuali testimonianze.
Accanto a un pozzo in cui i tedeschi avevano gettato resti umani e alcuni oggetti - tra cui un anello nuziale, ritrovato oggi dagli archeologi - è emerso l’edificio che ospitava le camere a gas: una struttura rettangolare con muri di mattoni, divisa in quattro aree. Da oggi gli storici avranno quindi un ulteriore elemento per studiare e comprendere il processo di "soluzione finale" attuato dai nazisti. “Il ritrovamento dell’esatta posizione delle camere a gas - ha dichiarato David Silberklang, del Museo di Yad Vashem - è una scoperta della massima rilevanza negli studi sulla Shoah

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