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mercoledì 28 gennaio 2015

NO TAV E LA VENDETTA DEL POTERE.

Secondo me ogni sentenza di ogni tribunale è sempre e comunque un atto politico: al di là dei formalismi istituzionali -favoletta con cui ci indottrinano sin da bambini quando ci raccontano della Costituzione e dei tre poteri di Montesquieu- ogni persona che legge la materialità del reale sa bene che l'impianto giuridico, oltre che regolare i rapporti e le pendenze dell'ordine pubblico, è sempre anche l'organizzazione e il monopolio della forza attraverso la quale la classe dominante regola lo Stato che ha formato a sua immagine e somiglianza.
Faccio un esempio estremo: tutti sappiamo che le banche operano un livello di strozzinaggio e di investimento assolutamente fuori di ogni etica, eppure chi le rapina, ovvero rapina dei ladri, viene pesantemente punito, perchè, prima che l'ordine pubblico, o meglio assieme ad esso, viene sempre difeso un rapporto di potere.Esistono poi sentenze che sono più politiche delle altre, perchè non hanno più nulla a che vedere con l'aspetto della gestione dell'ordine pubblico e della tutela del cittadino, ma sono solo ed esclusivamente una forma di lotta di classe agita da parte di quella dominante: se la lotta No Tav è lotta di classe dal basso, in quanto difesa di un territorio dalla speculazione finanziaria dei padroni, questa sentenza è la lotta di classe dei padroni, pura e semplice risposta del Capitale e della sua forma-stato senza alcuna velleità, nemmeno apparente, di tutela del cittadino.
E la durezza delle condanne, che mai sarebbero state così pesanti se se si fosse trattato di puro vandalismo senza un obiettivo politico, si spiega in questo modo, così come fu per le condanne del G8 e così come, purtroppo, sarà sempre più spesso.

da http://popoffquotidiano.it/2015/01/27/no-tav-maxiprocesso-torino-47-condanne/

53 imputati, 47 condanne e 6 assoluzioni. Proteste No Tav dentro e fuori dall’aula bunker delle Vallette. Per i legali una sentenza già scritta. Se necessario arriveremo alla Corte Europea
di Marina Zenobio
 
PROTESTA NELL’AULA BUNKER DELLE VALLETTE DOPO LA LETTURA DELLA SENTENZA

Quarantasette condanne per un totale di circa 140 anni di carcere e sei assoluzioni. Si e’ chiuso così a Torino il maxi processo ai No Tav per gli scontri del 2011 in Valle di Susa. La sentenza è stata letta dal giudice Quinto Bosio nell’aula bunker delle Vallette. Il processo riguarda gli scontri con le forze dell’ordine al cantiere di Chiomonte avvenuti nell’estate il 27 giugno e il 3 luglio del 2011. La procura ha chiesto complessivamente 193 anni di carcere. Il processo ha richiesto quasi due anni di udienze. Le accuse nei confronti degli imputati vanno dalle lesioni, al danneggiamento, alla violenza a pubblico ufficiale.
 
IN ATTESA DELLA SENTENZA FUORI DALL’AULA BUNKER

Subito dopo la lettura del dispositivo gli imputati hanno cominciato a leggere una dichiarazione ma i giudici si sono allontanati senza ascoltare. Dai presenti si è levato il grido “vergogna” poi hanno cominciato ad intonare la canzone Bella Ciao. “Questo – ha urlato un imputato – è un processo politico. Non ci seppellirete con queste condanne”.
Proteste in aula dopo la lettura della sentenza, ma anche fuori dal carcere. Bloccata la strada davanti alle Vallette che immette nella tangenziale di Torino
 
BLOCCO TANGENZIALE TORINO

Gli avvocati difensori hanno annunciato che faranno ricorso contro la sentenza. “Si tratta di una sentenza pesantissima”, afferma l’avvocato Gian Luca Vitale. Non soltanto, ha spiegato, per il numero di condanne e l’entità delle pene, ma “anche per i risarcimenti” stabiliti nei confronti di esponenti delle forze dell’ordine, dei ministeri della Difesa, dell’Interno, dell’Economia e dei sindacati di polizia, tutti costituiti parte civile al processo. “E’ una sentenza che era stata già scritta”, aggiunge l’avvocato Roberto Lamacchia. Per l’avvocato Stefano Bertone, invece,“Non ammettere le prove chieste dagli imputati equivale a impedire loro di difendersi come prevedono il codice e la Costituzione. Faremo ricorso in tutti i gradi di giudizio. E, se non basterà, arriveremo alla Corte europea dei diritti dell’uomo, lamentando anche il fatto che il processo si è svolto nell’aula bunker di un carcere”.
“Questa sentenza sa più di vendetta che di giustizia – ha detto Alberto Perino, leader storico del movimento No Tav. Si tratta – ha aggiunto Perino – del fallimento della politica e dell’estremo tentativo di fare fuori il movimento No Tav, ma non ci riusciranno”.
“La lotta contro la Tav continua: condannate anche me”. Così Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista sulla sentenza del tribunale di Torino al processo agli attivisti No Tav. ‘”Le condanne ai No Tav, al processo nel quale anche io ho testimoniato in merito ai fatti del 27 giugno e del 3 luglio 2011, quando fu sgomberata la Maddalena e con gli altri No Tav fui vittima del pesantissimo lancio di lacrimogeni delle forze dell’ordine, – afferma Ferrero – sono il segno di una giustizia che funziona secondo due pesi e due misure e si accanisce in modo spropositato contro chi resiste a un’opera inutile e dannosa”. “La mia solidarietà agli attivisti condannati. E’ intollerabile – conclude – che la Val Susa sia diventato un mero problema di ordine pubblico e repressione della protesta, mentre le ragioni della popolazione restano inascoltate. La lotta contro la Tav continua: condannate anche me”.

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