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venerdì 27 febbraio 2015

LA FUSIONE MONDADORI-RCS E IL RISCHIO PER L'EDITORIA INDIPENDENTE


da http://ilmanifesto.info/la-fusione-mondadori-rcs-mette-a-rischio-quattromila-piccoli-editori/

—  Roberto Ciccarelli, 25.2.2015
Editoria. Cna: la ventilata operazione finanziaria potrebbe bruciare 12 mila posti di lavoro. Lunedì 2 marzo si riunisce il Cda di Rizzoli, potrebbe valutare un'offerta di Mondadori da 135 milioni di euro. L’Antitrust: «Ancora nessuna comunicazione»
Lunedì 2 marzo il con­si­glio di ammi­ni­stra­zione di Riz­zoli potrebbe espri­mersi sulla ven­ti­lata offerta da 135 milioni da parte di Mon­da­dori sul suo ramo libri. All’ordine del giorno della riu­nione c’è un punto allu­sivo all’offerta della società di pro­prietà della fami­glia Ber­lu­sconi per la società che pub­blica, tra l’altro Il cor­riere della sera. Si par­lerà infatti dell’«avanzamento del piano ces­sioni e pro­getti stra­te­gici in corso”. Più che un’allusione, sem­bra in realtà una conferma.
Nel merito: l’eventuale ces­sione di Riz­zoli, Bom­piani, Bur, Fab­bri, Adel­phi, Mar­si­lio, Bur e Son­zo­gno a Ber­lu­sconi pro­dur­rebbe una grave alte­ra­zione di un mer­cato già lar­ga­mente squi­li­brato. La crea­zione di un sog­getto che mono­po­lizza il 40% delle ven­dite rischia di met­tere in ginoc­chio quella che, in realtà, è la vera ric­chezza della «biblio­di­ver­sità» ita­liana. I pic­coli e medi edi­tori a rischio sareb­bero 4 mila, 12 mila saranno gli addetti a per­dere il lavoro.
«Oggi il 90% del mer­cato è con­trol­lato dai grandi gruppi edi­to­riali — sostiene Enrico Capi­rone, vice pre­si­dente nazio­nale di Cna Comu­ni­ca­zione — Il gigante che arri­ve­rebbe sul mer­cato aumen­te­rebbe ulte­rior­mente il pro­cesso di con­cen­tra­zione e mono­po­lio, minando il prin­ci­pio della libera con­cor­renza e quel patri­mo­nio cul­tu­rale da sem­pre rap­pre­sen­tato dai pic­coli edi­tori ita­liani». «Ogni anno — argo­menta Capi­rone — i pic­coli e medi edi­tori immet­tono sul mer­cato circa 30 mila novità let­te­ra­rie. Spesso autori sco­no­sciuti che non tro­vano posto nei grandi cata­lo­ghi e solo così pos­sono rag­giun­gere e arric­chire il mer­cato edi­to­riale. E molti sono gli autori di suc­cesso, che hanno mosso i primi passi gra­zie alla pub­bli­ca­zione con i pic­coli editori».
A pochi giorni dalla cam­pa­gna vin­cente con­tro il Ddl Con­cor­renza che con­te­neva una norma sui­cida – l’abolizione della legge Levi che pre­vede un tetto del 15% per gli sconti sui libri – ecco una nuova e grave insi­dia per gli edi­tori e le libre­rie indi­pen­denti. Il raf­for­za­mento di un polo mono­po­li­stico potrebbe can­cel­lare anche quest’ultime. Ieri l’offerta di acqui­sto non era stata ancora comu­ni­cata all’Antitrust. Nel Cda di Rcs con­trari all’operazione sareb­bero Urbano Cairo che detiene il 3%. Per l’editore la ces­sione dei libri Riz­zoli per ripia­nare i debiti della società non è un’operazione finan­zia­ria di alto pro­filo e, in più, è un modo per dis­si­pare la sua ere­dità cul­tu­rale. Con­tra­rio anche il con­si­gliere Pier­gae­tano Marchetti.
Come lui anche i comi­tati di reda­zione del Cor­Sera e della Gaz­zetta, le Rsu del gruppo che così hanno rico­struito la vicenda: «La crisi dell’editoria non c’entra. C’entrano, caso­mai, gli errori fatti dal mana­ge­ment di Rcs negli ultimi anni, a par­tire dall’acquisizione del gruppo spa­gnolo Reco­le­tos, ope­ra­zione opaca che si è rive­lata una vera «zavorra» per la società. Da lì si è ori­gi­nato il debito che ancora grava sull’azienda, che ha por­tato ad una prima tran­che di rica­pi­ta­liz­za­zione da 400 milioni. Una seconda tran­che, da 200 milioni, è già stata appro­vata ed è a dispo­si­zione dell’amministratore dele­gato. Ma piut­to­sto che ricor­rere ai soldi degli azio­ni­sti si pre­fe­ri­sce met­tere sul mer­cato i «gio­ielli di fami­glia», tra­dendo il modo di fare impresa che fece grande il mar­chio Riz­zoli gra­zie al suo fon­da­tore». Per il mini­stro dei Beni Cul­tu­rali Dario Fran­ce­schini «tale fusione sarebbe una minac­cia per la libertà di espressione».

1 commento:

Anonimo ha detto...

A ridosso della scadenza prevista, si prendono ancora un mesetto: http://www.wallstreetitalia.com/article/1815289/editoria/fusione-mondadori-rcs-libri-tempi-piu-lunghi-per-accordo.aspx