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domenica 29 marzo 2015

SUNDAY MAGAZINE

In memoria di Pier Francesco Paolini, scrittore e traduttore da poco scomparso, senigalliese di nascita.
Via Baccina

Quando mi viene voglia di morire
prendo la metro e vado in Via Baccina.
è una via solitaria in un quartiere
vivace – strada quasi d’altri tempi.

Nel cuore storico di Roma antica
è una via malinconica, inromana,
ben lontana – diresti – dal vicino
frastuono dei motori e la notturna
allegria, spensierata e spendereccia,
delle Vie de’ Serpenti e del Boschetto,
di Madonna dei Monti, Via Leonina,
Via dei Zingari, Via dell’Angeletto.
Non ci trovi neppure un’osteria
in Via Baccina mia. C’è la bottega
(ma non è solo questo che mi strega)
d’un falegname antico che, ancora,
diresti che lavora legni rari,
ai tempi rei degli empi truciolati,
per fabbricare scrigni e stipi varii.
Ci sono negozietti di paese
dove la vecchierella va a comprare
“Mezz’etto, sor Novè, di mortadella”
ma puoi trovare prelibati
cibi e sapori ormai dimenticati,
tartufi, ed i fegatelli del vero
maiale – quello nero. C’è l’oscuro
portone sempre chiuso d’un ospizio
dove immagini ch’abbiano ricetto
principesse e marchesi immiseriti.
Simile a un antro, ad una catacomba,
c’è un Circolo Sportivo dove annosi
tifosi di Mazzola e di Piola,
al lume – sembrerebbe – di candela,
portano avanti una disperata
partita di tressette o di scopone
e rimembrano quella di pallone
dell’Italia che batte l’Inghilterra
nel Mille-novecento-trenta-quattro.
Poco più oltre ha la sede l’Empirìa,
la piccola casa Editrice che ha stampato
tanti libri di buona narrativa
e di incontaminata poesia.
Giunto in fondo alla via – mi soffermai.
Ed alzo gli occhi verso una soffitta
che il titolo ha, per me, di nostalgia.
Nel Mille-novecento-cinquantuno,
lì trascorremmo la breve stagione
del nostro amore eterno, io e la bella
donna che in terra ebbe nome Nicella:
Fenice Codispoti in Polverari,
polvere ormai da trentacinque anni.
Dentro di me, una voce ripeteva:
A thing of beauty is a joy forever.
E così sia.
Ricordo che, al risveglio, quel mattino
– lei dorme ancora – le depositai,
quasi a sigillo di una gioia estatica,
un bacio mordicchioso su una natica.
Al termine di questa passeggiata
la voglia di morire m’è passata.


(Pier Francesco Paolini)

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