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lunedì 26 febbraio 2018

LA TREGUA


da   https://ilmanifesto.it/onu-un-compromesso-per-la-tregua-a-ghouta/

Siria. Si negoziava ieri al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per approvare, con il consenso della Russia, una risoluzione per l'inizio della tregua nella Ghouta orientale. I combattimenti e i bombardamenti continuano e secondo fonti dell'opposizione i civili morti dal 18 febbraio sarebbero oltre 500


Nella serata di ieri sera è arrivata la decisione: il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha adottato all’unanimità una risoluzione che per «almeno 30 giorni» dovrebbe far cessare i bombardamenti in tutto il paese, incluso il distretto di Ghouta. La tregua dovrebbe partire «senza indugi». All’accordo si è arrivati dopo vari rinvii: la Russia, alleata di Damasco, minacciava di porre di nuovo il veto se non fosse stata messa in evidenza la presenza nella zona di formazioni terroristiche e il diritto delle forze armate siriane di cacciarle via.
Mentre all’Onu si cercava un compromesso, combattimenti e bombardamenti proseguivano senza sosta. Ieri sarebbero rimaste uccise altre 32 persone, tra le quali 8 bambini, che sostiene l’opposizione siriana, vanno ad aggiungersi ai 510 civili morti, fra cui 127 bambini, nei raid aerei e nei cannoneggiamenti dell’esercito siriano in corso dal 18 febbraio.
Se è evidente la drammaticità della condizione dei civili che si trovano in quell’area, occorre sottolineare che sul numero di morti e feriti non ci sono verifiche indipendenti. Di fatto i media internazionali continuano a far riferimento a una sola fonte, l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede a Londra, una Ong legata a doppio filo all’opposizione siriana e apertamente schierata contro il presidente Bashar Assad. Si continuano peraltro ad oscurare le vittime dei lanci di razzi e colpi di mortaio sparati sui quartieri residenziali di Damasco dai gruppi jihadisti e qaedisti asserragliati nella Ghouta, dove si troverebbero anche centinaia di miliziani ceceni. Il governo ripete che è inaccettabile la presenza di formazioni terroristiche a pochi chilometri dalla capitale, sempre più spesso presa di mira.
«Oggi vedremo se la Russia ha una coscienza», ha commentato ieri, entrando in Consiglio di Sicurezza, l’ambasciatrice Usa Nikki Haley che voleva una risoluzione di condanna solo della Siria e della sua campagna militare. Gli altri Paesi del CdS invece hanno cercato il compromesso con Mosca. La bozza modificata, secondo le indiscrezioni che giravano ieri al Palazzo di Vetro, prevede 30 giorni di cessate il fuoco «senza ritardi», senza però precisarne i tempi. La bozza precedente invece chiedeva che la tregua entrasse in vigore 72 ore dopo l’adozione del testo da parte del Consiglio Onu. La nuova versione inoltre precisa che la tregua non si applicherà alle operazioni contro l’Isis e al Qaeda e contro «individui, gruppi ed entità associate» ai gruppi terroristici. Il testo infine chiede di rimuovere tutti gli assedi, non solo quello governativo a Ghouta Est – sono diversi i centri abitati siriani circondati dalle formazioni “ribelli” – e ordina a tutte le parti di «smettere di privare i civili di cibo e medicine indispensabili alla sopravvivenza».
Mosca da parte sua spinge per un ritiro negoziato dei ribelli e delle loro famiglie come avvenuto in altre aeree della Siria, in particolare ad Aleppo di cui il governo ha ripreso il controllo pieno a dicembre del 2016. Ma i jihadisti rifiutano questa soluzione.

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