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venerdì 15 giugno 2018

LA VIA DELL'INFAMIA

Dai telegiornali del mattino, sembra che Virginia Raggi abbia dichiarato che a Roma non si intitoleranno vie intitolate a personaggi legati al fascismo e al razzismo. Staremo a vedere...


da  http://www.globalist.it/politics/articolo/2018/06/14/scempio-sulla-shoah-ok-dei-5-stelle-per-via-almirante-a-roma-2026203.html




A 80 anni dalle leggi razziali i grillini si accodano a Giorgia Meloni e onorano in Campidoglio un fascista che lanciò la Difesa della Razza. La strategia di Pilato asservita ai camerati

"Vittoria storica della destra italiana e romana, l'Aula Giulio Cesare ha votato la mozione di Fratelli d'Italia, come già proposto dalla presidente di Fdi Giorgia Meloni, per intitolare una via o una piazza a Giorgio Almirante che proprio nella Capitale ha raccolto sempre grandi consensi".Lo annunciano gli esponenti di FdI Fabrizio Ghera capogruppo in Campidoglio e i consiglieri comunali Andrea De Priamo, Maurizio Politi, Francesco Figliomeni e Rachele Mussolini della lista civica 'Con Giorgia'.
Tra i pentastellati la sola astensione dei consiglieri Maria Agnese Catini e Pietro Calabrese e il voto contrario della consigliera Valentina Vivarelli. Anche nella Giunta Lombarda per celebrare due esponenti della destra caduti durante gli anni di piombo i Cinque stelle si sono astenuti. La strategia di quelli che tirano il sasso e gli amici che nascondono la mano.

Giusto a ricordare: Almirante allo scoppio della seconda guerra partì per la Libia al seguito della Divisione 23 marzo delle Camicie Nere, e partecipò alla Campagna del Nordafrica. Aderì poi alla costituzione della Repubblica Sociale Italiana arruolandosi nella Guardia Nazionale Repubblicana con il grado di generale. Il 30 aprile 1944 Almirante fu nominato capo gabinetto del ministero della Cultura Popolare presieduto da Fernando Mezzasoma. Così scriveva Giorgio Almirante il 5 maggio 1942: «Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne e dei muscoli; e dello spirito, sì, ma in quanto alberga in questi determinati corpi, i quali vivono in questo determinato Paese; non di uno spirito vagolante tra le ombre incerte d'una tradizione molteplice o di un universalismo fittizio e ingannatore». «Altrimenti - scriveva ancora Almirante - finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani di noi, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c'è che un attestato col quale si possa imporre l'altolà al meticciato e all'ebraismo: l'attestato del sangue».
Virginia Raggi, as usual, non sa. La sindaca di Roma assente in aula si è detta “sorpresa” a Porta a Porta. A Bruno Vespa che le ha chiesto se non ne era a conoscenza, ha risposto: “No, sono qui da lei. Mi sono allontanata qualche ora fa, comunque suppongo sia un provvedimento di oggi pomeriggio. Se condivido il provvedimento? Se l’aula ha votato favorevolmente credo assolutamente di sì – ha detto – Se è passato vuol dire che i consiglieri si sono determinati e vogliono comunque intitolare la strada a questo personaggio. Il sindaco prende atto della volontà dell’aula, che è sovrana come il Parlamento”. 
Delle due l'una: se destra e sinistra non esistono più, com'è che i pentastellati finiscono sempre per essere in sintonia coi fascisti?

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