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sabato 9 maggio 2020

WEEK END MAGAZINE

Nella settimana appena trascorsa è caduto il 5 Maggio, data della morte di Napoleone Bonaparte e della nascita di Karl Marx. Oggi il Magazine pubblica la famosa ode manzoniana e una poesia giovanile di Marx, purtroppo in traduzione, chiamata Nella sua poltrona

Alessandro Manzoni - Il Cinque Maggio

Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
nè sa quando una simile
orma di piè mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sonito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al subito
sparir di tanto raggio:
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria, 
la reggia e il tristo esiglio:
due volte nella polvere,
due volte sull'altar

Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese!
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
Le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio,
e il celere ubbidir.
Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò: ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;
e l'avviò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desidéri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! Benefica
fede ai trionfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
chè più superba altezza
al disonor del Golgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.
(Alessandro Manzoni)

NELLA SUA POLTRONA
Comodamente stupido nella sua poltrona,
Il pubblico tedesco siede in silenzio.
Su e giù scroscia la tempesta,
Più scuro e più cupo si annuvola il cielo,
Fra i lampi saettanti,
Questo non lo smuove nel pensiero.
Eppure quando sorge il sole,
L’aria sussurra, la tempesta si placa,
Allora si leva ed emette un grido,
E scrive un libro: “il rumore è passato”.
Su ciò incomincia a fantasticare,
Vuole andare alla radice delle cose,
Crede che non sia il modo giusto,
Anche il cielo se ne fa gioco,
Perché tutto sia regolato più sistematicamente,
Prima grattando la testa, poi i piedi,
Si comporta dunque come un bimbo,
Cerca cose che sono marcite
Avrebbe dovuto invece comprendere il presente,
E lasciare andare la terra e il cielo,
Tutto va comunque per la sua strada
E l’onda scorre tranquilla lungo la rocce
(Karl Marx)

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